Due nuovi filesystem corteggiano il pinguino

Le quantità di dati da gestire crescono di giorno in giorno e rischiano di sopraffare anche sistemi flessibili come Linux. Le aziende però non stanno a guardare e si impegnano in prima linea per trovare nuove soluzioni. Con Oracle a fare da capofila
Le quantità di dati da gestire crescono di giorno in giorno e rischiano di sopraffare anche sistemi flessibili come Linux. Le aziende però non stanno a guardare e si impegnano in prima linea per trovare nuove soluzioni. Con Oracle a fare da capofila

Il kernel Linux avrà presto due nuovi filesystem sviluppati con l’intento di fornire al sistema operativo open source tutti gli strumenti necessari per affrontare la sempre maggiore sete di complessità dello storage, con un occhio di riguardo alle soluzioni distribuite progettate per le grandi basi di dati. La loro presentazione è avvenuta al Linux Foundation End User Collaboration Summit in svolgimento questa settimana a New York.

Lo sviluppo dei due nuovi filesystem ebbe inizio già alcuni anni fa, quando le aziende si accorsero che i limiti imposti dall’EXT3, il filesystem Linux attualmente più utilizzato, cominciavano ad essere troppo stretti e si decise di affrontare il problema sia a breve che a lungo termine. La soluzione a breve termine è rappresentata dal filesystem EXT4, naturale evoluzione dell’EXT3 del quale cerca di superare alcuni problemi di performance e migliorare la scalabilità. L’EXT4 è compatibile all’indietro (una partizione formattata con EXT4 può essere utilizzata anche come EXT3 e viceversa) e secondo Theodore Ts’o, relatore dell’intervento e principale sviluppatore di EXT3 ed EXT4, le distribuzioni potrebbero cominciare ad adottarlo già nella prima metà del 2009.

Nonostante l’EXT4 rappresenti per Linux un passo in avanti, è in generale considerato una soluzione ponte verso quello che è il vero obiettivo delle società più interessate alle problematiche dello storage. Poco meno di un anno fa, infatti, un gruppo di aziende, tra cui HP, RedHat e Oracle, decise di concentrare i propri sforzi nello sviluppo di un filesystem più complesso e completo. La scelta cadde sul BTRFS (abbreviazione di “B-Tree File System”, da pronunciarsi “Butter FS”) nato in seno a Novell per mano di Chris Mason e ora sviluppato sempre da Mason ma per conto di Oracle. Il nuovo filesystem riprende alcune idee dal ReiserFS, che ha visto lo sviluppo praticamente fermarsi dopo l’arresto e la condanna del suo inventore per l’omicidio dell’ex moglie, e include alcune caratteristiche che secondo l’opinione di Theodore Ts’o lo porterebbero a surclassare agilmente anche lo ZFS di Sun.

Molte delle nuove caratteristiche sono state fortemente volute da Oracle che punta molto su Linux come piattaforma per il suo database. Il BTRFS sarà in grado di gestire filesystem distribuiti, snapshot ricorsivi utilizzabili anche in scrittura e backup incrementali veloci. Avrà inoltre un avanzato sistema per la gestione degli errori e della sicurezza. La prima versione completa di tutte le funzioni dovrebbe vedere la luce nel 2009, ma per una sua adozione occorrerà attendere di più. La roadmap attuale prevede la sua comparsa in alcune distribuzioni più audaci nel 2010, mentre sistemi di produzione cominceranno ad usarlo solo nel 2011. Bisognerà quindi attendere un ulteriore anno perché possa essere ritenuto abbastanza stabile e performante per affrontare le dure esigenze del mercato enterprise.

Entrambi i filesystem saranno disponibili secondo i termini della GNU General Public License. Questo esclude a priori il loro utilizzo diretto all’interno di sistemi operativi proprietari, come ad esempio Windows. Nulla impedisce, però, l’implementazione da parte dei sistemi closed source di driver alternativi compatibili.

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