FABOLOUS, 1 Gbps per utente "made in Italy"

Il progetto FABOLOUS mira a realizzare nuove tecnologie basate sulla fibra ottica per portare 1 Gbps nelle case degli italiani.
FABOLOUS, 1 Gbps per utente
Il progetto FABOLOUS mira a realizzare nuove tecnologie basate sulla fibra ottica per portare 1 Gbps nelle case degli italiani.

Il suo nome è FABOLOUS, acronimo di FDMA Access By Using Low-cost Optical Network Units in Silicon Photonics. Il suo obiettivo è quello di fornire a ciascun utente una connessione ad Internet garantendo una velocità effettiva di 1 Gigabit al secondo, sfruttando nuove tecnologie frutto della ricerca di ingegneri e scienziati. Questi ultimi, in buona parte, saranno italiani, in quanto il progetto sarà portato avanti dall’Istituto Superiore Mario Boella in collaborazione con il Politecnico di Torino.

Nato come progetto finanziato dall’Unione Europea, FABOLOUS vuole dunque fornire un’impronta “made in Italy” alla connettività del futuro, ampliando di due ordini di grandezza circa la banda a disposizione di ciascun utente ed aprendo di fatto le porte a nuove possibilità fino ad ora prettamente teoriche. Il tutto, sfruttando la fibra ottica, una tecnologia ancora non estesamente diffusa in Italia a differenza di altre realtà estere già capaci di comprenderne a pieno le potenzialità.

«Una maggiore velocità di trasmissione dei dati potrà quindi avere applicazioni che potrebbero essere presto disponibili in tutte le case» si legge in una nota ufficiale redatta dall’Istituto Superiore Mario Boella, la quale evidenzia i campi che potrebbero giovare di tale innovazione: «dalla televisione HD del futuro, ancora più definita e interattiva, e sistemi di videoconferenza evoluti, che potrebbero rendere ancora più facile il telelavoro, fino ad apparati sempre più sofisticati per la telemedicina, ma anche videogiochi di ultima generazione, interattivi e in 3D».

Il progetto avrà a disposizione un budget di circa 3 milioni di euro e vi parteciperanno anche altri enti, tra i quali figurano l’Università di Pavia e STMicroelectronics per l’Italia, mentre dall’estero giungeranno i contributi di France Telecom, Cea Leti e III-V Lab (Francia) e dell’Università di Tyndall (Irlanda).

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