Hollywood ancora contro BitTorrent

Nonostante BitTorrent abbia tentato la via open source per divincolarsi dalla pressione dell'MPAA, continuano le denunce delle major di Hollywood contro i contestati hub BitTorrent. Il nuovo caso evidenzia una piaga che continua a rimanere aperta
Hollywood ancora contro BitTorrent
Nonostante BitTorrent abbia tentato la via open source per divincolarsi dalla pressione dell'MPAA, continuano le denunce delle major di Hollywood contro i contestati hub BitTorrent. Il nuovo caso evidenzia una piaga che continua a rimanere aperta

Un nuovo affondo delle major di Hollywood contro il sistema BitTorrent sembra caratterizzarsi fin dal primo momento come l’ennesimo “Davide contro Golia”: la vicenda è quella di Alexander Hanff, 31enne inglese che si è visto recapitare a domicilio una citazione firmata Paramount, 20th Century Fox, Universal City Studios e Warner Bros.

La vicenda emerge dalle pagine di The Register e concerne il sito web dvdr-core.org. Secondo l’accusa lo spazio web di proprietà di Alexander Hanff è un hub BitTorrent che aiuta l’utenza web a scaricare illegalmente film protetti da copyright. Come per i casi precedenti, dunque, il canale BitTorrent viene messo sotto accusa prendendo di mira chi ospita i link BitTorrent ritenuti responsabili dell’illecito.

Hanff impugna l’ironia e sottolinea come le major non possano fare granchè contro di lui: «Non ho una casa di proprietà, per cui non possono prendermela. Possono prendermi qualche chitarra e una vecchia stampante inkjet. E’ una perdita del loro e del mio tempo». Dopo l’ironia, il nocciolo della vicenda: «i file torrent non contengono dati. Questo è lo scenario di un motore di ricerca. Perchè Google, Yahoo o Microsoft non vengono denunciati?».

La vicenda emerge a pochi giorni dalla presentazione di BitTorrent 4.0, nuova versione in licenza open source del sistema di condivisione di porzioni di file. Con la nuova versione si è tentato di eludere ulteriormente le maglie della MPAA, ma le denunce continuano. Nel contempo siti omologhi mettono online tutte le lettere di diffida ricevute e le relative risposte, tentando così di rendere manifesta l’impossibilità delle major di agire contro gli hub BitTorrent. La partita è aperta.

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