Huawei non userà più i servizi Google? (update)

Un dirigente di Huawei ha dichiarato che i servizi Google potrebbero non tornare sui dispositivi Android, anche se il ban verrà rimosso dagli Stati Uniti.
Un dirigente di Huawei ha dichiarato che i servizi Google potrebbero non tornare sui dispositivi Android, anche se il ban verrà rimosso dagli Stati Uniti.

Aggiornamento: un portavoce ha dichiarato che la prima scelta rimane sempre l’ecosistema Android, inclusi i servizi Google. Sia Huawei che Google sperano nella rimozione del ban. Nel frattempo continuerà lo sviluppo degli Huawei Mobile Services.

A causa del ban imposto dall’amministrazione Trump, Huawei non ha installato le app Google sul Mate 30 Pro (disponibile su Amazon) e lo stesso accadrà probabilmente per la serie P40. Un dirigente ha dichiarato che l’azienda userà i suoi HMS (Huawei Mobile Services) anche se il ban verrà rimosso dal governo statunitense.

Huawei è una delle vittime della guerra commerciale in corso tra Stati Uniti e Cina. Il Dipartimento del Commercio ha inserito il produttore nella cosiddetta Entity List, quindi le aziende statunitensi non possono vendere beni e servizi al gigante di Shenzhen. Tra l’altro Huawei è stata anche accusata (senza prove) di nascondere backdoor nelle apparecchiature di rete e ciò ha portato ad un altro scontro relativo allo sviluppo delle reti 5G (in Europa è stato scelto un approccio più morbido). Sulla serie Mate 30 non sono quindi installati i noti Google Mobile Services (Play Store, Gmail, Maps e altri).

Durante una conferenza stampa organizzata a Vienna per annunciare l’arrivo del Mate 30 Pro in Austria, il Country Manager Fred Wangfei ha dichiarato che Huawei non userà più i servizi Google, anche se il ban venisse rimosso. Questa affermazione contraddice però quella del CEO Richard Yu rilasciata a settembre, ovvero che i servizi Google verrebbero aggiunti alla serie Mate 30 in una notte. L’intenzione del produttore cinese è comunque ridurre la dipendenza dalle aziende statunitensi, in quanto un nuovo divieto potrebbe entrare in vigore in qualsiasi momento.

Un portavoce ha confermato che l’ecosistema Android è ancora la prima scelta, ma l’azienda ha comunque sviluppato un’alternativa. Gli Huawei Mobile Services includono un’app store (AppGallery) e varie app simili a quelle di Google. Al momento sono stati replicati 24 servizi Google su 60, grazie all’aiuto di oltre 4.000 sviluppatori. Huawei investirà 3 miliardi di dollari nel corso del 2020.

Nello store mancano ovviamente molte popolari app, come Facebook, Instagram e WhatsApp, ma Huawei avrebbe trovato un escamotage per aggirare il ban. Il produttore ha creato una società in Europa con la quale Facebook e altre aziende statunitensi potranno sottoscrivere i contratti.

Ti consigliamo anche

Link copiato negli appunti