La Libia è di nuovo offline

La Libia è irraggiungibile dal 4 marzo. I dati registrati segnalano un improvviso crollo delle attività e la situazione attuale non presenta miglioramenti.
La Libia è irraggiungibile dal 4 marzo. I dati registrati segnalano un improvviso crollo delle attività e la situazione attuale non presenta miglioramenti.

Sopprimere Internet per stroncare le rivolte: una pratica che negli ultimi tempi si sta ripetendo spesso, con la quale alcuni Governi sperano di placare la situazione politica dei rispettivi Paesi. A dare l’esempio è stato l’Egitto, cui è seguita la Libia, che dopo i primi disagi del mese di febbraio fa registrare nuovamente un calo delle attività in Rete.

I dati forniti da Google Transparency non lasciano infatti scampo a dubbi: il Paese libico è irraggiungibile da alcuni giorni, con i cittadini isolati dal resto del mondo. A differenza di quanto accaduto in Egitto, però, la situazione sembra leggermente diversa: se il blocco delle connessioni imposto ai provider da parte del Governo libico rendeva impossibile raggiungere i server locali, quelli inviati verso i server libici riescono a raggiungere la destinazione per poi sparire. Ogni tentativo di contatto verso la Libia non fornisce dunque risposta, confermando le ipotesi di un blocco delle attività.

Il blocco delle connessioni in Libia

Tutti i siti web hostati in Libia sono irraggiungibili dal pomeriggio del 4 marzo, con i cittadini impegnati in vani tentativi di accedere ad Internet. La situazione attuale sembra ancora in fase di stallo, con alcuni lievi miglioramenti registrati sporadicamente nel corso del fine settimana. La maggior parte del Paese è ancora però isolato dalla Rete, impossibilitato così dall’organizzare le rivolte che negli ultimi tempi hanno attirato l’attenzione mediatica del mondo intero.

L’esempio fornito dall’Egitto ha confermato ancora una volte l’incredibile potenzialità fornita dal web nel mettere in contatto milioni di persone, lontane anche centinaia di kilometri, in pochi minuti. Il Governo libico ha così pensato di sopprimere le rivolte impedendo l’accesso alla Rete da parte dei propri cittadini sottraendo loro il fulcro della comunicazione, senza il quale ogni tentativo di organizzare manifestazioni e proteste non può avere lo stesso impatto. Internet in questo caso è dunque visto come una minaccia, ma sottrarlo ai cittadini significa fare un salto nel passato di diverse centinaia di anni. Quando non c’era Internet e quando il concetto di libertà aveva connotati differenti da quelli odierni.

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