Linux costa di più. Parola di Microsoft

La missione asiatica del rappresentante MS Chris Sharp è tutta votata a demonizzare l'idea per cui Linux e il mondo open source in generale permettano di avere prodotti migliori a costi minori. Una nuova ricerca finanziata Microsoft conferma il tutto.
La missione asiatica del rappresentante MS Chris Sharp è tutta votata a demonizzare l'idea per cui Linux e il mondo open source in generale permettano di avere prodotti migliori a costi minori. Una nuova ricerca finanziata Microsoft conferma il tutto.

Una nuova ricerca finanziata da Microsoft e firmata BearingPoint torna a parlare di costi associati all’utilizzo di Linux come piattaforma server sostitutiva di Microsoft.

Secondo la ricerca Windows Server 2003 è generalmente più economico, considerando costi di licenza e costi di supporto tecnico, sia di Red Hat Enterprise Linux sia di Novell/SuSE Linux. Lo scenario considerato è quello aziendale, spalmato su un periodo di cinque anni.

La ricerca rientra nel programma anti-linux supportato da Microsoft chiamato Get The Facts e utilizzato per screditare, con studi che si vorrebbero scientifici, quelle che Microsoft considera i maggiori “miti” di Linux, primo tra i quali la gratuità del sistema. Le ricerche, spesso cirticate per il loro conflitto di interesse con Microsoft, che ne è sponsor e commissionatrice, sono pubblicate per intero sul sito Microsoft.

Alcuni giorni fa, il responsabile Microsoft per l’area asiatica, Chris Sharp, ha criticato duramente il software open source definendolo “uno spreco di denaro”. Sharp, che lavorara fino a poco tempo fa per la più grande distributrice di distruzioni Linux Red Hat, ha anche dichiarato che non è vero che molti governi stiano passando a Linux.

Sharp nega il fatto che IBM, SuSe e altri gruppi legati a Linux compiano il loro dovere per il bene esclusivo della propria comunità di utenti, anzi dietro al velo dei principi “open” vige una ferrea struttura obbediente alle più tradizionali leggi del mercato. In secondo luogo, Sharp pone una semplice domanda: se non ci sono introiti dallo sfruttamento della proprietà intellettuale, come si può reinvestire nella ricerca?

Davanti alla piccola platea di giornalisti accorsa, Sharp tesse dunque le fila per un nuovo tentativo Microsoft in un mercato asiatico tradizionalmente chiuso e difficile. L’open source, soprattutto grazie a quel mito del basso costo che il team di Bill Gates sta tentando strategicamente di minare alle basi, si sta imponendo in paesi strategici quali ad esempio la Cina, ove Microsoft non trova sbocchi importanti e dove Linux ha invece costituito il proprio ponte verso un intero continente in piena evoluzione.

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