LTE poco remunerativo: a rischio gli investimenti

Secondo ASSTEL, le reti 4G LTE italiani sono poco remunerative e questo potrebbe compromettere gli investimenti per il futuro
Secondo ASSTEL, le reti 4G LTE italiani sono poco remunerative e questo potrebbe compromettere gli investimenti per il futuro

Secondo l’ultimo rapporto di ASSTEL-AssoTelecomunicazioni, la rete 4G LTE italiana è seconda solo a quella inglese come estensione, tuttavia gli italiani l’utilizzano poco. Alla fine del 2014 solo il 6% delle SIM italiane aveva, infatti, attivo un contratto 4G. Su questi dati non troppo felici del panorama della connettività mobile italiana è intervenuta nuovamente ASSTEL per bocca del suo presidente Dina Ravera.

Secondo Ravera, sebbene la copertura dei servizi 4G LTE abbia superato l’84% del territorio italiano, con il limite italiano di 6 volt al metro per le emissioni elettromagnetiche le reti risultano meno profittevoli per gli imprenditori visto che non si riesce più a realizzare lavori di convergenza delle reti. Inoltre, tra non molto tempo saranno messe sul mercato nuovi lotti di frequenze, ma senza alcuna revisione dei limiti delle emissione elettromagnetiche, secondo Ravera, sarà impossibile riuscire ad utilizzarle. Dunque, per rendere le reti 4G LTE di maggiore appeal per le aziende sarebbe necessario rivedere i limiti di emissione che sono tra i più bassi d’Europa.

Effettivamente, in italia il limite di emissione è fissato a 6 volt al metro contro una media europea di 20 volt al metro. Secondo Ravera, dunque, gli attuali limiti potrebbero limitare i futuri investimenti nelle reti mobile di nuova generazione nonostante le aziende abbiano comunque continuato a sviluppare le loro infrastrutture di rete. Tutta questa tecnologia, però, sembra non essere apprezzata dagli utenti, visto che solo una quota marginale degli italiani utilizzare le reti 4G.

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