Amazon respinge le accuse della Commissione UE su Alexa

Amazon e le Big Tech sono nel mirino dell'Antitrust europeo per il rischio di monopoli nocivi all'innovazione e alla libera concorrenza.
Amazon e le Big Tech sono nel mirino dell'Antitrust europeo per il rischio di monopoli nocivi all'innovazione e alla libera concorrenza.

Ieri vi abbiamo riportato la notizia secondo la quale la Commissione europea avrebbe intenzione di aprire dei nuovi fascicoli di indagine per verificare che in particolare Google, Amazon e Apple non abbiano attuato pratiche contrarie alla concorrenza attraverso il mercato degli assistenti vocali. L’indagine preliminare già conclusa sarà oggetto di una consultazione pubblica fino al primo settembre 2021, in attesa di eventuali approfondimenti da integrare prima del Rapporto finale che la Commissione intende pubblicare nella prima metà del 2022.

La risposta di Amazon


Le regole dell’UE in materia di concorrenza sono pensate per garantire condizioni eque e leali per le imprese, lasciando nel contempo spazio all’innovazione, a norme unificate e allo sviluppo delle piccole aziende. Nel caso degli assistenti vocali, la Commissione UE teme che possa esistere o comunque venire a crearsi una sorta di monopolio nel settore dell’Internet delle cose per i prodotti e i servizi destinati ai consumatori, grazie alla quantità di informazioni esclusive personali racimolate dalle più famose app vocali. Secondo la vice Presidente Margrethe Vestager quello dell’Internet of Things è un mercato le cui possibilità sembrano infinite, dove l’accesso a grandi quantità di dati degli utenti sembra essere la chiave del successo del settore.

In quest’ottica per l’UE occorre quindi assicurarsi che gli operatori del settore “non stiano usando il loro controllo su tali dati per distorcere la concorrenza o chiudergli questi mercati”. Sulla questione è intervenuta Amazon, una delle aziende finite sotto alla lente di ingrandimento della Commissione, per sottolineare come essa adotti un approccio ponderato e responsabile alla raccolta, all’utilizzo e alla conservazione dei dati. “Non raccogliamo e conserviamo dati a meno che non abbiamo bisogno di essi per fornire un servizio specifico ai clienti, o pensiamo di poter migliorare i nostri prodotti e servizi sempre per conto loro”, ha spiegato in una nota un portavoce del colosso dell’e-commerce mondiale. Nella stessa viene anche respinta l’accusa di voler sfruttare le eventuali informazioni raccolte tramite Alexa per creare un ecosistema chiuso ai prodotti legati ad Amazon.
alexa answers

Per farlo viene quindi evidenziata la Voice Interoperability Initiative, creata dall’azienda di e-commerce “col supporto di altre 80 società, che si impegna a fornire ai clienti la scelta e la flessibilità per accedere a più servizi vocali su un unico dispositivo”. Il documento, in tal senso, contiene un piano programmatico che prevede di far convivere i vari produttori di assistenti vocali sugli stessi dispositivi, in maniera tale che l’utente possa scegliere e richiamare a voce quello preferito. Tra le aziende che l’hanno sottoscritto ci sono AMD, Intel, Microsoft, Qualcomm, Logitech, Sony e altre, ma mancano le big, ovverosia Apple, Google e Samsung (che fanno capo rispettivamente a Siri, Assistente Google e Bixby), le quali invece vanno avanti ognuno per la propria strada. Come in questo caso, visto che al momento nessuna di queste ultime ha rilasciato dichiarazioni sull’iniziativa della Commissione europea.

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