Belgio: la Corte Europea rivedrà il caso Sabam-Scarlet

Lunedì abbiamo parlato di ingenuità legali nel nostro paese. Come è noto, però, l’argomento P2P provoca strascichi curiosi un po’ in tutto il mondo. Ad esempio, dopo tanti anni il Belgio ha chiesto alla Corte di Giustizia della Comunità Europea di rivedere il caso Sabam-Tiscali.

Nel 2007, l’associazione delle lobby pro diritto d’autore aveva ottenuto dal giudice che l’ISP, che intanto aveva cambiato nome in Scarlet, filtrasse i dati dei propri utenti. In barba a qualsiasi principio di privacy, l’azienda della Belgacom avrebbe dovuto impedire tecnicamente qualsiasi download di file protetti da copyright.

Il sistema di filtri che il provider doveva acquisire, Audible Magic, fu proposto e imposto dalla stessa industria musicale. In questo modo, centinaia di migliaia di utenti si sono trovati con la loro rete sottoposta a filtri limitanti.

Di recente però l’ISP è riuscita a rimettere in discussione la decisione, arrivando all’attuale rimando della stessa alla Corte di Giustizia europea. Il motivo? Semplicemente, come era ampiamente prevedibile, Audible Magic e le sue alternative non funzionano e, dunque, non c’è nessun modo tecnico per cui l’ISP possa rispettare l’ordine di impedire il file sharing.

Insomma, ennesima legge attuata senza conoscere minimamente la materia e le potenzialità tecniche reali del P2P. In Belgio, come in Italia e nel resto del mondo.

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