EzTaxi, mediazione positiva tra Uber e tassisti

Una startup milanese ha creato un'applicazione Taxi che cerca un buon compromesso per soddisfare tassisti e clienti.
Una startup milanese ha creato un'applicazione Taxi che cerca un buon compromesso per soddisfare tassisti e clienti.

Nel ricco scenario italiano delle applicazioni per taxi, c’è chi sta lavorando a un compromesso tra i due poli: Uber, focalizzato sul cliente, e le applicazioni dei tassisti, focalizzate sul servizio taxi. Il caso è quello di EzTaxi, un’applicazione che ha il merito di essere tutta italiana ma di avere un founder che ha lavorato ad Uber. Tutto sta a vedere su quali saranno le fette di questo vivacissimo mercato, e chi troverà la soluzione più gradita.

Tommaso Lazzari, ingegnere meccanico con un MBA alla London Business School, viveva a Londra già da qualche anno quando si era accorto che il suo ultimo appartamento era in una zona poco coperta dai taxi. E si era anche accorto di quanto fosse indispensabile poter utilizzare uno strumento che gli consentisse di scendere in strada solo quando il taxi era arrivato, per poter lavorare senza perdere tempo.

Le esigenze, racconta a Webnews, erano due:

Potersi spostare in taxi nel modo più veloce e nel modo più economico; desideravo trovare una risposta concreta a questa esigenza. In me, quindi, era nata anche la voglia di vivere un’esperienza imprenditoriale. Così, una volta terminato l’MBA, ho iniziato a lavorare per Uber, in California, dove sono stato quattro mesi: lì ho compreso ancora maggiormente quali potevano essere i vantaggi per un utente che si serviva di un servizio di quel genere.

Hanno prevalso, alla fine, la voglia di intraprendere e la voglia di tornare in Italia. Da dove partire per una propria startup, se non da quelle esperienze? Così è nata EzTaxi: nel 2012 molti programmatori, un periodo di incubazione al PoliHub, tanto lavoro per risolvere i tanti problemi che sorgono in questo tipo di applicazioni; oggi una startup con 4 soci, al secondo round di investimento alle spalle (130 mila euro di finanziamenti in tutto), in pieno sviluppo, che opera su 200 taxi in tutta Italia nelle città di Milano, Roma, Venezia, Como, Trento, Cagliari, Riva del Garda, Firenze, Pavia e Cremona.

EzTaxi è una startup fondata nel 2012. Il Ceo è Tommaso Lazzari (il primo da destra), ingegnere con un'esperienza presso il quartier generale di Uber in silicon valley.

EzTaxi è una startup fondata nel 2012. Il Ceo è Tommaso Lazzari (il primo da destra), ingegnere con un’esperienza presso il quartier generale di Uber in silicon valley.

La differenza principale con Uber è ovviamente che fa affidamento sui proprietari di taxi con regolare licenza. La differenza con applicazioni come IT Taxi sta nel fatto che EzTaxi cerca una mediazione positiva (wi win) tra l’interesse del cliente e quello del taxi. Le caratteristiche tecniche sono simili: Gps, pagamento con la carta di credito anche se il guidatore non possiede un POS, e inoltre permette di visualizzare il percorso del taxi in tempo reale direttamente sul proprio smartphone. Però disintermedia il rapporto: una volta stabilito con la classica notifica-push, il cliente può contattare direttamente il tassista senza dover passare dal sistema radiotaxi centrale. Come nelle piattaforme tipo Uber, i feedback del cliente (cioè i voti sulle performance) finiscono nel database della società, che potrà contattare direttamente il conducente per risolvere eventuali problematiche.

Un altro elemento interessante di questa applicazione – che ricorda il modello dell’Uber standard – è l’assenza di abbonamenti:

Il tassista paga una piccola fee solo nel momento in cui ottiene la corsa direttamente dall’app. Inoltre, all’interno di ezTaxi è stato sviluppato uno strumento che permette loro di prevedere dove saranno le prossime chiamate, grazie a una mappa che segnala le zone dove è più probabile ci sia richiesta di un taxi.


Con questa formula, lo startupper milanese è convinto di aver trovato il compromesso migliore tra le due polarità:

Uber ha dato un grande contributo alla visione di come si debba disincentivare l’auto privata, e mi permetto di dire che ha anche dato una grossa lezione al settore dei tassisti. Ci sono ancora resistenze, problemi legati a certe abitudini mentali, penso ad esempio al fatto che cert applicazioni non consentono di far vedere da dove è partito il taxi per non discutere col cliente su quale strada abbia percorso; ci sono limiti alla trasparenza che la nostra applicazione ha tolto, col benestare dei tassisti che aderiscono. La verità è che in questi ultimi due anni abbiamo assistito al proliferare delle applicazioni, ma molte si fermano, perché è più complicato di quanto sembri, soprattutto la gestione dei movimenti in real time. La traccia è però segnata: il cliente vuole sapere, giudicare, calcolare preventivamente, pur approssimativamente, il costo della corsa, avere ciò che chiede in fretta e senza sorprese. Che l’auto sia a noleggio o un vero taxi, poco importa.

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