Tim Cook, cinque anni alla guida di Apple

Tim Cook raggiunge il traguardo dei cinque anni alla guida Apple, superando le aspettative degli analisti e scalando lo scoglio dell'eredità Jobs.
Tim Cook raggiunge il traguardo dei cinque anni alla guida Apple, superando le aspettative degli analisti e scalando lo scoglio dell'eredità Jobs.

Per Tim Cook, CEO di Apple, l’agosto in corso è uno dei più intensi di sempre. Non solo perché l’azienda si prepara a un autunno decisamente caldo, tra i nuovi iPhone e i rinnovati MacBook e Apple Watch, ma anche perché il leader di Cupertino taglia un traguardo importante: quello dei cinque anni alla guida della mela morsicata. Era infatti l’agosto del 2011 quando Cook prese il timone della società, facendosi carico della pesante eredità di Steve Jobs, l’iCEO che venne a mancare sei settimane più tardi. Come è cambiata Apple in questi anni e quali sono i meriti innegabili dell’era Cook?

Non si può dire che quello di Tim Cook sia stato un percorso semplice, non solo per l’importante compito di doversi inserire nel solco già tracciato da Steve Jobs, per poi portare Apple a inaugurare una nuova era. L’azienda, infatti, si trovava al picco della sua popolarità e il CEO si è dovuto da subito confrontare con lo scetticismo di analisti ed esperti, poco convinti che Cupertino potesse sopravvivere senza l’apporto del suo fondatore. Eppure, nonostante le previsioni funeste, Cook ha saputo condurre la società californiana verso nuovi traguardi, puntando non solo sulla qualità dei prodotti, ma anche scardinando alcune delle fissazioni targate Steve Jobs e investendo, in modo del tutto ammirevole, sulla responsabilità aziendale. Non a caso, proprio in questi cinque anni la Mela ha raggiunto alcuni dei suoi record storici.

L’universo dei prodotti Apple nell’era Cook è di certo emblematico. Il CEO, infatti, è riuscito nel difficile compito di coniugare lo stile Jobs con le necessità di evoluzione e innovazione tipiche di un settore che cresce a velocità pazzesche. Un caso esemplare è quello di iPhone 6, una linea di smartphone che, con i loro schermi da 4.7 e 5.5 pollici, hanno sconfessato la passione dell’iCEO per display contenuti e gestibili con una sola mano, permettendo all’azienda di raggiungere un record imbattibile di vendite. Vi è stato quindi Apple Watch, un dispositivo divenuto ben presto leader del settore degli smartwatch poiché capace di stringere l’occhiolino anche ai mondi della moda e del lusso, quindi i nuovi iPad Pro con quella Apple Pencil, la vera dimostrazione della rottura con il passato. Sebbene negli anni la Mela abbia registrato diversi brevetti sulle stilo digitali, Jobs non ne aveva mai permesso la produzione, poiché convinto che l’interazione delle dita sullo schermo touchscreen fosse l’unico forma di scambio tra gli utenti e i device. Eppure Apple Pencil si è dimostrata un grande successo commerciale, capace di spingere la linea iPad anche nell’universo dei professionisti e dei grafici, ricevendo critiche più che positive. Basti pensare come la locandina di “Stranger Things”, la serie del momento targata Netflix, sia stata proprio realizzata con un iPad Pro e una matita digitale targata mela morsicata. Seguono i nuovi Mac Pro dalla forma cilindrica, i MacBook super-sottili senza ventole e la rinnovata Apple TV, il tutto con un forte focus sull’ottimizzazione del software, con le eccellenze raggiunte da iOS 10 e macOS Sierra e un nuovo linguaggio per i programmatori, Swift. Cook ha inoltre voluto puntare sui servizi, dalla crescita smisurata di App Store all’approdo nell’universo dello streaming con Apple Music, altre due scommesse certamente vinte.

La novità più interessante dell’era Cook, tuttavia, appare quella relativa all’ampliamento della filosofia e della responsabilità dell’azienda. Sono targati Cook, ad esempio, gli importanti sforzi per migliorare le condizioni di lavoro fra i partner asiatici del gruppo, prima con precisi accordi con Foxconn e poi con il ricorso a un’organizzazione indipendente, The Fair Labour Association (FLA), per un monitoraggio costante. Sempre di questo periodo è l’eliminazione del ricorso a minerali e fornitori da zone di conflitto del mondo, quindi l’incredibile attenzione che Cook ha voluto concedere al rispetto dell’ambiente. Non solo puntando sulle energie rinnovabili, tanto che Apple ha già raggiunto il 100% di data-center green e si appresta a raggiungere questo traguardo sul fronte operativo, ma anche incentivando il riciclo, programmi di recupero e molto altro. Apple si è quindi lanciata nella strenua difesa dei diritti di equità, anche scendo in campo direttamente per le istanze della comunità LGBT, ma soprattutto nella protezione della privacy dei propri utenti, scontrandosi in prima linea con le istituzioni governative.

Non può essere tutto rose e fiori, naturalmente, e Cook si avvia ora a doversi confrontare con uno dei periodi più complessi per la mela morsicata. Dopo il calo delle vendite degli iPhone, un fattore anche fisiologico data la saturazione del mercato, vi è la necessità di trovare nuove categorie di mercato dove Apple possa primeggiare. E sembra che, anche in questo caso, la Mela voglia puntare in alto: nel 2020, infatti, potrebbe fare il suo approdo sul mercato delle auto elettriche.

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