Wikipedia in lutto contro la SOPA

L'enciclopedia online promuove una forma di protesta molto forte contro il progetto antipirateria statunitense e lista a lutto il suo sito. Non tutti però sono d'accordo.
L'enciclopedia online promuove una forma di protesta molto forte contro il progetto antipirateria statunitense e lista a lutto il suo sito. Non tutti però sono d'accordo.

La forma di protesta contro la paventata legge antipirateria statunitense SOPA vede in prima fila James Wales e Wikipedia, oggi listata a lutto anche nella versione italiana.

Quella dell’enciclopedia online è probabilmente l’azione dimostrativa più forte di una giornata difficile, anche per il Web, che non ha trovato un fronte comune. Se infatti molti big della Rete – persino la solitamente filo-governativa Microsoft – sono concorsi nel considerare la SOPA una legge sbagliata, il Web 2.0 come Facebook e Twitter non hanno aderito a questa forma, preferendo non perdere una giornata di lavoro (e di guadagni).

Certo, su Twitter il trend topic è #SOPAblackout, dove poter seguire passo per passo ogni evento legato a questa protesta a cui aderisce il popolo di Internet (si parla persino di un silenzio tweet di 12 ore, ma pare improbabile), tuttavia le aziende implicate non sono dello stesso avviso.

Wikipedia, invece, dall’alto della sua forma no profit alimentata dai cittadini, ha preferito prendere posizione fornendo anche un servizio di informazione (lo stesso spirito di Google, che non ha interrotto il servizio ma ha approntato una pagina speciale con un’infografica molto interessante). Nella pagina listata a lutto, infatti, Wikipedia rimanda alle sue stesse voci riguardo allo Stop online Piracy Act e pubblica un comunicato ufficiale, nel quale viene ribadito che non approva la pirateria informatica, né la giustifica in alcun modo sulle pagine dell’enciclopedia, anche perché gran parte del lavoro degli utenti consiste in effetti nell’identificare e rimuovere proprio quel tipo di violazioni. Tuttavia la legge anti-pirateria avrebbe effetti peggiori:

«Chiediamo a nostra volta che la lotta alla pirateria venga condotta con strumenti equi e responsabili, che non impediscano il lavoro o la semplice esistenza di quelle realtà che, sul web, operano per produrre opere culturali che siano accessibili e condivisibili da tutti e verso tutti. Riteniamo che le leggi SOPA e PIPA proposte negli Stati Uniti impongano limitazioni inaccettabili alla libertà di Internet, limitazioni che, nate con l’obiettivo di combattere la pirateria, di fatto renderebbero impossibili il nostro lavoro: la costruzione di un’enciclopedia a contenuto libero, che sia fonte di ricchezza culturale per chiunque.»

C’è in ballo anche la famosa questione della neutralità: molte realtà Web non possono e non devono essere schierate politicamente e per la stessa ragione la politica non dovrebbe interferire in maniera così pensate su realtà basate sull’opera degli utenti.

Il presidente Barack Obama ha già spiegato che si augura un momento di riflessione e la SOPA è una minaccia, concreta, ma è ancora lontana dal diventare una realtà. L’aspetto più grave, quello che preoccupa il presidente, è il fatto che la legge trasformerebbe in corresponsabili dell’ipotetico danno materiale i fornitori di servizi online, pregiudicando una realtà economica che è una delle poche ancora sane nell’economia a stelle e strisce.

Wikipedia, invece, ha sottolineato un aspetto meno alla moda, ma importante: quello del lavoro dell’intelligenza collettiva.

Update: pare che le proteste contro la SOPA abbiano avuto effetto, dato che come comunicato da Lamar Smith, la legge non sarà votata come previsto e i lavori per la concertazione sono rinviati al mese di febbraio:

«per approvare la normativa che protegge i consumatori, le aziende e i posti di lavoro dai ladri che rubano la proprietà intellettuale americana, continueremo a lavorare con i rappresentanti dell’industria per trovare un modo per combattere la pirateria online».

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