Huawei P40 Pro

Da Huawei un nuovo smartphone con focus fotografico, prestazioni al top e materiali superlativi, ma c’è anche qualche ma.

pro

  • Resa fotografica
  • materiali costruttivi
  • design
  • display
  • autonomia

Contro

  • Mancanza apps
  • audio mono
il voto di Webnews  9.3
Da Huawei un nuovo smartphone con focus fotografico, prestazioni al top e materiali superlativi, ma c’è anche qualche ma.

Negli ultimi anni la serie P di Huawei è sempre stata sinonimo di camera phone, soprattutto da quando, nel 2016, è partita la collaborazione con Leica, brand storico della fotografia. Quest’anno la nuova iterazione della serie è composta da tre modelli annunciati lo scorso 26 marzo, ed in attesa dell’arrivo sugli scaffali dei negozi di telefonia del modello ultra-flagship P40 Pro+ abbiamo provato il modello top attualmente disponibile, Huawei P40 Pro. Sarà all’altezza delle aspettative? Vediamo quali sono state le nostre impressioni.

Huawei P40 Pro: tutti i dettagli

Confezione e Design ()

Il contenuto della confezione di vendita comprende, oltre allo smartphone e ai manuali di legge, un caricabatteria da 40W (max 10V/4A), un cavo USB-C, una coppia di auricolari con connettore USB-C, una cover in silicone trasparente e lo strumento per estrarre le SIM.

Con dimensioni di 158,2×72,6x9mm e peso di 209 grammi, Huawei P40 Pro è costruito su di una scocca metallica ricoperta in vetro curvo da entrambe le parti, con una innovativa curvatura su tutti e quattro i lati della parte frontale che lo rende ancor più gradevole al tatto.

La parte frontale è completamente occupata dal display OLED da 6,58” prodotto da BOE, con una insolita risoluzione di 1200×2640 pixel, rapporto 19,8:9, gamut DCI-P3, certificazione HDR10 e frequenza di refresh di 90Hz. All’interno del display trovano posto un foro piuttosto ampio per la fotocamera frontale e per un sensore ad infrarossi di supporto per una migliore profondità e face-unlock, ed il sensore ottico d’impronta digitale, mentre al posto della capsula auricolare troviamo l’Acoustic Display Technology, un sistema di trasmissione dell’audio posizionata sotto al display già utilizzato nei flagship Huawei dell’anno scorso.

Sulla superficie posteriore abbiamo un ampio modulo fotografico di forma rettangolare con una discreta sporgenza rispetto al corpo dello smartphone e diviso in due parti da diverse colorazioni del vetro: una parte sinistra con i tre sensori principali ed una parte a destra con sensore ToF di profondità, doppio flash dual-LED e microfono per la registrazione dei video.

Ai lati troviamo: in alto la porta a infrarossi per il telecomando universale ed un microfono per la cancellazione dei rumori; a destra il tasto di accensione ed il bilanciere del volume; in basso la porta USB-C 3.1, il microfono, la griglia altoparlante e lo slot ibrido per la doppia SIM.

Scheda tecnica ()

Per spingere il suo nuovo terminale di punta Huawei ha scelto di utilizzare il suo attuale processore di punta, ovvero il Kirin 990 5G con architettura a 7nm, octa-core fino a 2,86GHz e grafica Mali-G76 MP16. Il processore supporta le reti 5G sub-6 sia di tipo stand-alone (SA) che non-stand-alone (NSA), ma al momento in Europa sono implementate solo reti del secondo tipo. L’unica versione disponibile in Italia è quella con 8GB di RAM LPDDR4X e 256GB di memoria UFS 3.0 espandibile con schede proprietarie Nano-Memory fino ad ulteriori 256GB.

Il sensore principale della UltraVision Camera posteriore, come di consueto progettata con Leica che ha firmato anche le lenti del modulo fotografico, è un Sony IMX700 da 50MP con layout RYYB, apertura f/1.9, pixel da 1,22µm (2,44µm con pixel binning 4-in-1), focale equivalente di 23mm, OIS ed autofocus Octa-PDAF; sopra di esso è posizionato un sensore ultra-grandangolare Sony IMX650 da 40MP con apertura f/1.8, focale equivalente di 18mm e PDAF; la lente più in basso copre un teleobiettivo periscopico da 12MP con apertura f/3.4, focale equivalente di 125mm (zoom ottico 5x, ibrido 10x e digitale SuperSensing 50x), OIS e PDAF; infine, a fianco delle tre fotocamere, è presente il sensore ToF per misurare la profondità ed arricchire gli effetti di sfocatura. La risoluzione massima per i video è di 4K@60fps.

La fotocamera frontale invece è composta da una particolare combinazione di un sensore principale Sony IMX616 da 32MP con apertura f/2.2, focale equivalente di 26mm, pixel da 0.8µm ed autofocus, abbinato ad un sensore ToF 3D ad infrarosso che ha la doppia funzione di sensore di profondità con sensibilità anche a bassa luminosità, e di sensore biometrico per migliorare la sicurezza del face-unlock. All’interno del modulo troviamo anche un chip per le Air Gesture, simile a quanto visto con il radar Soli di Pixel 4. Anche la selfie-cam può catturare video fino a 4K@60fps e supporta l’HDR.

L’audio in vivavoce è garantito da un singolo altoparlante posizionato nella parte inferiore del terminale, mentre durante l’ascolto in cuffia possiamo attivare la tecnologia Huawei Histen che arricchisce l’ascolto con effetti di spazialità e di audio tridimensionale.

Le connettività comprendono il WiFi 6 (ax) dual-band, il Bluetooth 5.1, l’NFC per l’abbinamento rapido con periferiche supportate, il Miracast per la trasmissione dello schermo su televisori e proiettori compatibili, i sistemi di localizzazione GPS/A-GPS dual-band, Glonass, Galileo, BeiDou e NavIC. Le reti mobili supportate comprendono tutte le bande in uso in Italia del 2G, 3G, 4G (LTE Cat.21 con velocità massima di download di 1,4Gbps) ed una serie di bande 5G comprese le due bande 5G NSA sub-6 n28 ed n78 in utilizzo nel nostro paese.

I sensori invece comprendono l’ormai noto pacchetto completo: luminosità, prossimità, accelerometro, giroscopio, magnetometro, barometro, contapassi, più un sensore di temperatura del colore per adattare lo schermo alle condizioni ambientali circostanti. Abbiamo poi la porta IrDA per la funzione di telecomando universale e la certificazione IP68 per l’impermeabilità.

La batteria da 4200mAh ai polimeri di litio supporta la ricarica rapida via cavo Huawei SuperCharge da 40 Watt, la ricarica wireless da 27 Watt e, grazie alla ricarica wireless inversa, può ricaricare un altro smartphone o un accessorio compatibile con lo standard Qi (come ad esempio le cuffiette FreeBuds 3), sempre con potenza massima di 27 Watt.

Il sistema operativo presente al lancio di Huawei P40 Pro è Android 10, addizionato dell’interfaccia proprietaria EMUI 10.1 con Huawei Mobile Services (HMS) e AppGallery per scaricare ed installare le applicazioni. Questo significa che non troviamo i servizi di Google, né il Play Store, ma le versioni alternative progettate da Huawei.

Prezzo ()

Huawei P40 Pro è disponibile in Italia, nelle colorazioni Black, Silver Frost e Blush Gold, al prezzo consigliato di €1049. Chi acquista lo smartphone entro il prossimo 4 maggio potrà registrarsi sul sito di Huawei Italia e richiedere in omaggio uno Huawei Watch GT2.

Recensione ()

Come scrivevamo in apertura, la serie P di Huawei rappresenta ormai da diversi anni il riferimento della fotografia da smartphone, motivo per cui le aspettative su questa serie P40 sono molto alte. Sarà riuscito il nuovo P40 Pro a mantenere le promesse del produttore cinese e ad imporsi sugli agguerriti concorrenti del calibro di Oppo Find X2 Pro e Samsung Galaxy S20 Ultra, o del nuovo OnePlus 8 Pro in arrivo la prossima settimana? Andiamo ad analizzare i vari aspetti di questo smartphone.

Design

Non appena estratto dalla scatola, il Huawei P40 Pro dà subito l’impressione di uno smartphone molto bello e costruito a regola d’arte. E del resto non potevamo aspettarci diversamente, conoscendo la storia dell’azienda. In questo P40 Pro esordisce un nuovo design del display, che presenta curvature su tutti e quattro i lati e non solo sui due laterali, dando un’impressione di fusione fra il vetro ed il frame laterale in metallo ed un feeling al tocco particolarmente piacevole.

All’interno del vetro il display ha una leggera curvatura, che dona una maggiore immersività soprattutto quando si guardano video a schermo intero, e che allo stesso tempo rende impossibili i tocchi involontari quando si impugna il terminale.

Anche il retro ha un design liscio e curvo, e se la versione black presenta una lucidità più classica ed elegante, le versioni gold e silver hanno una finitura più satinata che mantiene l’eleganza riducendo notevolmente il mantenimento delle impronte digitali.

Anche il modulo fotografico ha un design gradevole, che suddivide l’area sporgente in due parti rendendola più gradevole alla vista. L’utilizzo di una cover, come quella trasparente inclusa in confezione, va sicuramente ad azzerare la sporgenza della fotocamera e la scivolosità del vetro, ma dobbiamo dire che il terminale ‘nudo’ è veramente bello e piacevole al tatto, e lo preferiamo così.

Da segnalare che pur avendo un display dall’ampio polliciaggio, il P40 Pro risulta essere il flagship più compatto fra quelli di questa prima metà del 2020, fattore sicuramente apprezzabile per molti utenti in cerca di un prodotto maneggevole.

Apprezziamo poi l’impermeabilità e la resistenza alle polveri, con certificazione IP68, che ci permette quindi di maneggiare con tranquillità lo smartphone anche in ambienti quali spiagge e piscine.

Display

Molto bello il display, un P-OLED prodotto dalla cinese BOE e caratterizzato da una risoluzione intermedia fra la Full HD (1080p) e la QHD (1440p). Il refresh rate di 90Hz rende fluide le immagini, e la certificazione HDR10 garantisce un’ottima esperienza di visione. Anche alla luce diretta del sole non abbiamo difficoltà ad operare, grazie all’elevato contrasto e alla buona luminosità.

Consigliamo di mantenere sia la risoluzione che la frequenza di refresh in modalità automatica, così da permettere al sistema di selezionare le migliori prestazioni quando si utilizzano applicazioni che le vanno ad esaltare, e di ridurre il consumo energetico quando queste non sono necessarie.

Da notare che il foro per la fotocamera frontale, posizionato vicino all’angolo in alto a sinistra, è di dimensioni piuttosto elevate; questo per lasciare spazio al modulo 3D a infrarossi per un riconoscimento facciale più sicuro oltre che per delle nuove (e poco pratiche) air gesture. Quindi se da un lato esso può interrompere la visione di immagini a tutto schermo, dall’altro serve a garantire una maggior sicurezza.

Prestazioni

Andiamo dunque ad esaminare le prestazioni del P40 Pro, un altro aspetto in cui i flagship di Huawei non hanno mai deluso. E anche questo nuovo smartphone non delude: il Kirin 990 è il primo chipset al mondo ad avere un modem 5G integrato, e grazie ai suoi otto core, alla grafica avanzata e alla doppia rete neurale l’esperienza d’uso è sempre fluida e priva di lag. Ci saremmo aspettati delle memorie RAM di tipo LPDDR5 al posto di quelle di generazione precedente, ma alla fine l’esperienza d’uso rimane ottima.

E ottima è la ricezione radio, anche qui come da tradizione Huawei che è forte della sua esperienza nella progettazione e realizzazione di reti di telecomunicazioni. Ricordiamo che attualmente in Europa sono utilizzate solo le bande 5G sub-6 NSA, ma lo smartphone è già pronto per supportare le future reti 5G sub-6 SA. Apprezzabile poi la possibilità di impostare una eSIM qualora il proprio operatore la supporti, ma in ogni caso il numero massimo di SIM utilizzabili rimane di due: due nano SIM fisiche oppure una nano SIM ed una eSIM. Qualora si scegliesse la seconda opzione, lo slot rimasto libero può essere utilizzato per espandere la memoria acquistando una scheda di tipo Nano-Memory.

Molto buoni gli sblocchi biometrici, sia utilizzando il face-unlock che il sensore d’impronta sotto al display, entrambi rapidi e precisi. E molto buone le connettività, con il WiFi 6 – che Huawei ha ribattezzato WiFi 6+ abbinandolo alla funzione WiFi+ integrata già da qualche anno – ed il Bluetooth 5.1. Non manca l’NFC, che però non può essere usato per pagamenti contactless ma solo per un abbinamento veloce con periferiche dotate della stessa connettività.

Autonomia

Decisamente soddisfacente anche l’autonomia del P40 Pro, che complice anche l’assenza dei servizi Google ci ha permesso di coprire due giorni con una singola carica e con un uso mediamente intenso.

Andando a parlare delle tecnologie di ricarica, il terminale supporta la Huawei SuperCharge da 40W, che permette di ricaricare completamente il telefono in circa 50 minuti, e di raggiungere il 70% in 30 minuti. Possiamo anche utilizzare la ricarica wireless da 27W, con accessori acquistabili separatamente sia da tavolo che da automobile, ma qualora si avessero già in casa dei caricabatteria wireless non Huawei la ricarica avverrebbe a 10W massimo, secondo lo standard Qi. In maniera simile possiamo usare la ricarica wireless inversa, sempre con il doppio supporto Qi a 10W o SuperCharge a 27W.

Fotocamera

E arriviamo quindi ad esaminare la Ultra Vision Leica Camera, indubbiamente il punto di forza del P40 Pro. La configurazione dei sensori è quella ormai standard di molti flagship, e comprende un sensore principale ad alta definizione, un ultra-grandangolo, un teleobiettivo periscopico ed un sensore di profondità. La combinazione dei quattro sensori, aiutata dalle lenti Leica e dal software – anch’esso sviluppato in collaborazione con la storica azienda fotografica – e dall’intelligenza artificiale, riesce a raggiungere una qualità fotografica che porta ancora più su dello scorso anno il livello di fotografia raggiunto da uno smartphone.

Abbiamo scatti luminosi e definiti di giorno o in ambienti luminosi, con dettagli di alto livello anche andando ad impostare livelli di zoom elevati, e abbiamo ritratti ben dettagliati con un ottimo scontornamento del soggetto in primo piano rispetto al background in sfocatura. E non è da meno il grandangolo, che grazie all’apertura più ampia di quanto siamo abituati quando si parla di ultra-grandangolari riesce a catturare buone immagini in tutte le condizioni.

Dove la Ultra Vision Camera fa un ulteriore passo in avanti è in condizioni di low-light, e quest’anno si riescono a raggiungere livelli veramente alti, sia con la fotocamera principale (in modalità punta e scatta) che con la migliorata modalità notturna.

Ma non è tutto qui: con l’ultima versione dell’app fotocamera sono arrivate delle nuove funzioni che sfruttano l’intelligenza artificiale per migliorare le foto scattate. La funzionalità, chiamata Golden Snap, scatta una serie di foto in poco più di un secondo e grazie all’IA sceglie in automatico fino a tre scatti migliori, ci permette di rimuovere eventuali passanti, e di rimuovere sgradevoli riflessi quando si scattano foto attraverso un vetro. Inoltre, grazie anche alla presenza del microfono sulla parte posteriore del telefono in corrispondenza del modulo fotografico, è stato implementato l’Audio Zoom per aumentare il volume della scena inquadrata rispetto ai rumori in background.

Non mancano poi le modalità time-lapse con possibilità di scegliere la velocità di cattura delle immagini, lo slow-motion fino a 7680fps, i video con ultra-stabilizzazione che combina l’OIS con l’AIS (stabilizzazione ad intelligenza artificiale), la registrazione con doppia visuale che unisce la visione del sensore principale con quella del teleobiettivo, e i video in 4K anche da fotocamera frontale.

Parlando di front-camera, arriva il supporto della modalità notturna per i selfie e migliorano ulteriormente i ritratti con colori più naturali e dettagli più definiti, anche grazie al contributo del sensore ad infrarosso che migliora l’illuminazione e la profondità.

In generale questa fotocamera ci ha convinto veramente, e ha riportato Huawei in cima fra i camera phone dell’anno.

Software

E arriviamo infine a parlare del software che pilota il nuovo Huawei P40 Pro. Per la prima volta troviamo la EMUI 10.1, che rappresenta un leggero aggiornamento rispetto alla EMUI 10 del Mate 30 Pro e aggiunge un paio di funzioni come ad esempio le videochiamate HD fra smartphone Huawei (sullo stile di Facetime), una migliore interfaccia per il multitasking e la suddivisione dello schermo fra più applicazioni. una barra laterale per il lancio rapido di alcune app, e l’assistente vocale Celia che però al momento non è ancora disponibile in Italia né per la lingua italiana.

L’interfaccia è in generale pulita e ben strutturata, apprezziamo la modalità scura e il Huawei Assistant nella pagina più a sinistra che raccoglie scorciatoie, widget e notizie personalizzate in collaborazione con Microsoft News.

L’unica mancanza che non possiamo non evidenziare è quella dei Google Mobile Services e di tutte le app Google. Mancanza che in parte può essere ovviata utilizzando degli escamotage (assolutamente regolari e legali), che possono consistere in applicazioni alternative o nelle versioni web delle stesse app Google con possibilità di salvare in homepage un collegamento diretto, e che ci permettono quindi di usare senza problemi Gmail, Google News, Google Photos e anche YouTube.

Ma i Google Mobile Services non gestiscono solamente le applicazioni di Big G, dal momento che sono alla base anche di molte altre app, soprattutto per quanto riguarda la localizzazione. E proprio per questo app come quelle per il car sharing quali Enjoy e Share Now non sono compatibili, altre come quelle del food delivery possono essere usate via web ma con funzioni limitate, ed anche TripAdvisor o TheFork possono essere installate manualmente ma sempre con molta difficoltà nell’utilizzo fra crash e funzioni limitate. Questo finché gli sviluppatori di tutte queste app non includeranno il supporto ai nuovi Huawei Mobile Services per funzionare correttamente anche in assenza di Google.

Ma non avendo la disponibilità del Play Store, come possiamo installare le applicazioni? Huawei ha previsto la presenza di AppGallery, il suo app store proprietario, ma nonostante gli investimenti cospicui ancora mancano molte applicazioni importanti.

Come alternativa è stata sviluppata TrovApp, con la funzione di indice per cercare app su siti alternativi testate e approvate dallo staff. Sicuramente comoda per trovare quale versione di Instagram o di Netflix funziona senza problemi (ma occhio poi a non aggiornare a versioni più recenti perchè potrebbero diventare inutilizzabili), ma anche qui molte app di utilizzo comune non sono presenti e vanno cercate altrove, se possibile.

Senza entrare nel merito della sicurezza e della legalità dell’utilizzo di siti come APKPure (suggerito dalla stessa TrovApp che ne farà installare lo store al primo avvio) su cui nutriamo diversi dubbi, essi rimangono le uniche fonti per il download di molte applicazioni importanti e non disponibili né in AppGallery, né in TrovApp. Pensiamo ad esempio a tutte le app per la smart home – Alexa, che è in TrovApp ma con l’indicazione che l’app potrebbe avere limitazioni, le varie app per la gestioni di luci e prese come Smart Life / Tuya, quelle per la gestione delle videocamere come Arlo o D-Link, o dei robot per le pulizie come iRobot, o degli impianti audio come Sonos, o dei termostati come Tado°, e senza nemmeno menzionare la possibilità di gestire i device Made by Google – da Google Home alla famiglia Nest. Pensiamo poi alle app di gestione dei router (Netgear, Fritz Box…), di cuffie e altoparlanti di varie marche, di altri accessori come GoPro… tutte app assenti e di cui si deve cercare manualmente il file APK per poi procedere a tentativi per trovare la versione corretta che funziona senza problemi o con meno errori possibile.

E poi ci sono i problemi dovuti alle app bancarie e di pagamento, molte delle quali non funzionano, e le questioni relative ai DRM per le applicazioni video che non permettono di vedere contenuti in HD per la maggior parte dei servizi di streaming video.

In generale però non raccomandiamo questi metodi per il reperimento e l’installazione di applicazioni ad utenti non esperti.

Conclusioni

Per concludere non possiamo che promuovere il P40 Pro per tutto quello che riguarda l’hardware e i materiali costruttivi. Huawei è tornata a proporci un camera phone dalle prestazioni superiori in grado di produrre foto e video di ottima qualità in ogni condizione ambientale. Tuttavia sono ancora troppe le applicazioni non disponibili o non correttamente funzionanti, motivo per cui il device non risulta adatto a gran parte dell’utenza, ma piuttosto riservato ad un pubblico più consapevole ed in grado di supplire alle mancanze in maniera autonoma.

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