No al multi-utente su smartphone Android, perché?

Dan Morril, ingegnere Google, spiega perché il team responsabile del sistema operativo ha scelto di non integrare la gestione di più utenti su smartphone.
Dan Morril, ingegnere Google, spiega perché il team responsabile del sistema operativo ha scelto di non integrare la gestione di più utenti su smartphone.

Con il lancio di Android 4.2 Jelly Bean alla fine dello scorso anno, Google ha introdotto la gestione di più account su tablet. Una funzionalità utile, ad esempio, per chi è solito condividere il dispositivo con i colleghi oppure con gli altri membri della famiglia. Fino ad oggi non si è visto nulla di simile per quanto riguarda gli smartphone, nemmeno con la nuova release Android 4.3 Jelly Bean. A spiegarne il perché è Dan Morrill, ingegnere del motore di ricerca.

Perché non è del tutto chiaro come dovrebbe funzionare su un telefono, più precisamente per quanto riguarda la gestione di SMS e chiamate. Poniamo come esempio di avere uno smartphone condiviso e ricevere una chiamata. Chi risponde? L’utente corrente? Solo il proprietario del device? Se solo il proprietario può rispondere, suona anche se lo stanno utilizzando gli altri utenti?

Uno dei problemi principali è dunque rappresentato dalla gestione delle chiamate in arrivo, fattore che invece non dev’essere tenuto in considerazione quando si parla di tablet.

È peggio annoiare l’utente corrente con un telefono che suona a cui non può rispondere, oppure è peggio per un padre perdere la chiamata del proprio capo perché il figlio gioca ad Angry Birds? Inoltre, cosa fare con la cronologia delle chiamate? Le telefonate devono essere visualizzate solo dall’utente che utilizza il telefono al momento della chiamata, solo dal proprietario oppure per da entrambi?

La cronologia delle chiamate, così come l’archivio degli SMS, costituisce un dato personale, dunque la sua condivisione potrebbe rappresentare un potenziale rischio per la privacy.

Le ricerche condotte tra gli utenti mettono in luce che, chiedendo a cinque persone diverse come dovrebbe funzionare, si ricevono sei risposte differenti. In altre parole, al contrario dei tablet i telefoni sono dispositivi personali, così abbiamo pensato che non sarebbe una funzionalità molto utilizzata. La possibilità di prestare lo smartphone a qualcuno per fargli utilizzare un’applicazione o due rappresenta ancora una buona prospettiva, ma non è questo lo scenario per cui è stata sviluppata la gestione multi-utente.

In definitiva, smartphone e tablet rappresentano due tipologie di dispositivi sostanzialmente differenti, che dunque richiedono modalità di condivisione altrettanto diverse.

Ad ogni modo, ora che Android 4.3 Jelly Bean ha migliorato la funzionalità su tablet, il nostro team potrebbe (forse) tornare a prendere in considerazione la questione smartphone. Con una sorta di “lockdown mode”, in un cui il figlio può giocare ad Angry Birds con i propri punteggi. Probabilmente non vedrete però mai arrivare una modalità di condivisione completa dei telefoni (almeno nelle build originali), per le ragioni che ho spiegato.

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