Primo volo con i droni Parrot Swing e Mambo

Abbiamo provato Swing e Mambo, i due nuovi Minidrones di Parrot: eccoli messi alla prova in occasione della presentazione alla stampa in scena a Milano.
Abbiamo provato Swing e Mambo, i due nuovi Minidrones di Parrot: eccoli messi alla prova in occasione della presentazione alla stampa in scena a Milano.

Anche quest’anno abbiamo fatto visita all’Area Pergolesi di Milano, location scelta ancora una volta da Parrot per presentare l’evoluzione della gamma Minidrones. Uno spazio allestito in modo da mettere alla prova i nuovi droni della linea, i modelli Swing e Mambo, velivoli indirizzati ad un target che desidera sperimentare le potenzialità di questa tecnologia con un esborso economico contenuto.

È stata l’occasione perfetta anche per scambiare quattro chiacchiere con Giorgio Castellano, Country Manager di Parrot Italia: gli abbiamo posto una semplice domanda: “cosa sono i droni?”. Ne è nata un’interessante discussione che spazia da quelle che sono le diverse tipologie attualmente in commercio agli utilizzi che se ne fanno (e se ne faranno in futuro), dalle normative vigenti sia italiane che internazionali per regolarne l’uso alle prossime evoluzioni sulle quali stanno investendo i produttori, a partire dalla capacità delle batterie che ancora oggi sembra costituire un limite. Ecco la nostra QUERY sul tema.

Parrot Swing

Tornando ai modelli presentati, abbiamo provato Swing e il suo decollo verticale, mettendo alla prova il drone facendolo passare attraverso una serie di anelli. È un’unità estremamente leggera (solo 73 grammi di peso), con un profilo a X che richiama alla mente i caccia X-Wing di Star Wars e un sistema che lo mantiene stabile anche quando non sono impartiti comandi. Basta un input per farlo ruotare di 90 gradi e sfrecciare fino ad una velocità massima di 30 Km/h. Già disponibile per l’acquisto online al prezzo di 139,90 euro, offre un’autonomia di circa otto minuti (ne servono 25 per la ricarica della batteria).

Parrot Mambo

Mambo può invece essere definito un drone modulare. Parrot ha infatti previsto uno slot d’espansione che gli permette di equipaggiare un dispositivo per sollevare piccoli oggetti (Grabber), un cannone con sei munizioni (Cannon) oppure una doppia luce LED per gli ambienti bui (Illuminator). Disponibile a 119.90 euro, pesa 63 grammi e ha un’autonomia che arriva a nove minuti. Il produttore francese ci ha tenuto a precisare che il modulo di espansione è basato su una tecnologia aperta e che chiunque abbia dimestichezza con i fondamentali della programmazione può sfruttarne le potenzialità immaginando nuovi accessori e nuovi utilizzi.

FreeFlight Mini e Flypad

Per pilotare Swing e Mambo è sufficiente l’applicazione FreeFlight Mini (rinnovata per l’occasione) su smartphone Android o iOS, ma il meglio lo si ottiene con il controller Flypad. In vendita separatamente a 39,90 euro, estende il raggio d’azione da 20 a 60 metri e offre una gestione più accurata dei comandi, attraverso levette analogiche e pulsanti fisici.

In definitiva, dal nostro test è emersa l’intenzione, da parte di Parrot, di continuare sulla strada già intrapresa negli anni scorsi con la linea, mettendo la tecnologia dei droni a disposizione di tutti, con prezzi relativamente contenuti e un sistema di controllo che non richiede alcuna particolare competenza per iniziare fin da subito a divertirsi. Può essere il primo approccio dei neofiti a questo tipo di velivoli, prima di passare a soluzioni più avanzate, complete e costose.

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