Microsoft, cambiano i termini d'uso del cloud

Microsoft ha presentato una nuova versione delle condizioni d'uso dei servizi cloud che potrebbe far discutere a causa di alcune clausole.
Microsoft ha presentato una nuova versione delle condizioni d'uso dei servizi cloud che potrebbe far discutere a causa di alcune clausole.

Con un comunicato diramato via email nei giorni scorsi ed un post su uno dei propri blog ufficiali, Microsoft ha annunciato l’introduzione di una nuova licenza d’uso per i propri prodotti legati alla nuvola digitale. Trattasi di un aggiornamento volto a modificare determinate clausole e ad aggiungerne altre, semplificando inoltre la lettura e la comprensione dei termini d’uso proponendoli nel formato “domanda e risposta”.

Tra le principali novità in arrivo spicca la concessione al gruppo statunitense da parte degli utenti che accetteranno le nuove condizioni (requisito indispensabile per utilizzare gli strumenti cloud di Microsoft) del diritto di utilizzare i propri dati per «fornire, proteggere e migliorare» tutti i suoi servizi. In altre parole, Microsoft si assicura in questo modo il diritto di poter attingere alle risorse messe a disposizione dagli utenti mediante SkyDrive o Windows Live per arricchire i propri servizi, consentendo ad esempio di effettuare ricerche ed ottenere risultati legati anche ai servizi cloud.

Utilizzando Bing, quindi, presto potrebbero comparire tra i risultati anche link a file salvati in SkyDrive, benché non sia chiaro se sarà possibile accedere soltanto ai propri file oppure anche a quelli pubblici di altri utenti. Trattasi quindi di una mossa piuttosto simile a quella messa in atto da Google nei mesi scorsi che ha portato ad una nuova policy per la gestione della privacy, finita nell’occhio del ciclone ma subito rivelatasi utile per lo sviluppo di una maggiore integrazione tra i tool di Mountain View.

Un’ulteriore novità riguarda la possibilità di muover guerra contro Microsoft: accettando le condizioni d’uso dei servizi del gruppo, infatti, si rinuncia al diritto di denunciare l’azienda, con l’obbligo di ricorrere all’arbitrato per risolvere le dispute piuttosto che ad un tribunale. Microsoft si allinea da tale punto di vista con diverse società, tra le quali anche Netflix e PayPal, che in passato hanno inserito simili clausole negli accordi con gli utenti. I nuovi termini d’uso di Microsoft, infine, entreranno in vigore a partire dal mese di ottobre.

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