Caro Bruno Vespa

Bruno Vespa, causa vari episodi similari, è divenuto in breve il capro espiatorio di quanti contestano un approccio superficiale ed errabondo alla tv generalista. Nei giorni scorsi, a Porta a Porta, l'ennesimo caso di questo tipo
Bruno Vespa, causa vari episodi similari, è divenuto in breve il capro espiatorio di quanti contestano un approccio superficiale ed errabondo alla tv generalista. Nei giorni scorsi, a Porta a Porta, l'ennesimo caso di questo tipo

Caro Bruno Vespa, il mondo di internet è un po’ suscettibile. Sai, è sempre additato e tutte le colpe alla fin fine ricadono lì, come se fosse questo il mondo degli orrori ove tutto succede e nulla avrebbe invece dovuto accadere. Qui sembra si scatenino tutte le più malefiche perversioni dell’indole umana, qui sembra che il peggio venga a copulare per moltiplicarsi, qui sembra che nessuno sia immacolato e tutti siano invece macchiati di un qualche peccato segreto e terribile. Eppure, caro Bruno, ci guardiamo attorno e non vediamo tutto ciò. Noi che qui ci viviamo, ci stiamo anche abbastanza bene. Per questo vorremmo capire.

La potremmo iniziare così una ipotetica lettera a Bruno Vespa. Perchè un dialogo, quantomeno, andrebbe cercato. Chi legge i blog ne è sicuramente rimasto coinvolto nei giorni scorsi in quanto già in molti son caduti sull’argomento (in effetti ci si sente quasi costretti a dire qualcosa) ed un video portato su YouTube permette ora di avere materiale di discussione concreto. Perchè non tutti qui la sera guardano Porta a Porta, anzi. Però mia nonna lo guardava. E spesso guardava di storto questo mouse e questo schermo, e mi chiedeva se mai mi fossi imbattuto in un pedofilo, e di fare comunque attenzione. Io provavo a spiegare…

È risaputo il fatto che in Italia la cultura informatica non sia a livelli eccelsi. Anzi, sono in molti a non aver mai acceso un computer ed a guardare con assoluta indifferenza a tutto quel che succede in questo mondo virtuale così lontano e così apparentemente diverso. Lo stesso Bruno Vespa dice di se stesso di essere nato «secoli fa» e di aver scoperto solo da poco tutta quella che è la dinamica attorno ai blog. Ma prima di proseguire, sette minuti di pausa. Sette minuti intensi, che consiglio di vedere. Per capire.

La confusione portata avanti nel dibattito televisivo rischia di creare una ulteriore confusione anche nell’analisi: non si sa da dove partire. Gli stessi interlocutori di Porta a Porta, infatti, ad un certo punto del discorso si interrompono, si guardano l’un l’altro, e si rendono conto di aver mischiato olio e aceto, kilogrammi e litri, ed in tutto questo non ne cavano più nulla di sensato. Qualcuno prova a fermare la discussione ma Bruno Vespa è abile nel rimettere tutto in carreggiata: la metafora dei binari viene lanciata nel mucchio e ricomincia l’accozzaglia di tesi sui blog che, oltre a tutta una serie di inesattezze quasi paradossali (del tipo che per entrare in un blog serva una password), va a sfociare in qualcosa di ben più ampio: ma chi li capisce più i giovani d’oggi?

La verità è lì che tenta di venire a galla, ma la totale lontananza (ammessa) del conduttore dall’argomento chiude ogni possibilità. Vespa, ad esempio, considera “terribile” il fatto che i giovani vadano a bloggare o usino i social networks in quanto vede in essi una rinuncia alla privacy priva di fine (a onor del vero commentando una tesi già di per sé forzata che non fa dell’equilibrio la propria forza). La sessuologa prova una interpretazione per certi versi logica, poi si allinea con Vespa e il discorso muore. Il tutto, non va dimenticato, è inserito in un fatto di cronaca per sua natura particolare, oltremodo esposto ai media e perenne fulcro di attenzioni da parte della trasmissione televisiva che alterna serate per il sacro a serate per il profano, il tutto condito di politica per tutti i gusti.

A Vespa, è evidente, non si può chiedere di capire realmente una generazione così lontana dal suo mondo. Nemmeno gli si può chiedere di andare a capire perchè i giovani passino le sere al pc, invece che su Porta a Porta. Nemmeno, ancora, a Vespa si possono attribuire tutte le colpe anche se è evidente ormai la sua posizione di capro espiatorio per una tv generalista troppo lontana dal web per permettersi di elargire giudizi affrettati ed informazione abbozzata su argomenti delicati. Però a Vespa si può sì chiedere, in virtù del ruolo che ricopre all’interno di una televisione dedicata al pubblico servizio, un atteggiamento più disponibile e costruttivo. Basterebbe infatti semplicemente un po’ di curiosità per usare il materiale messo a disposizione da Mamma RAI e capire che i giovani d’oggi non possono essere più analizzati con il metro del dopoguerra. Tutto è cambiato, ed è cambiato così a fondo da rendere i due mondi ormai quasi incomunicabili. L’espressione «è terribile» di Vespa ad un certo punto del filmato, in effetti, potrebbe essere sulla bocca di qualsiasi blogger 14enne trovatosi improvvisamente di fronte ad una qualsiasi delle liti politiche che cadenzialmente colorano il salotto di Porta a Porta.

Tutto ciò per dire cosa? Nulla. Perchè nulla si può fare, se non sperare che ulteriori puntate di Porta a Porta e simili non si trasformino nuovamente in un processo che mina alle basi il futuro della rete nel nostro paese. Però è curioso il fatto che il web si allinei in questa sommessa protesta intima contro quella che in molti ritengono essere vera e propria disinformazione. Vespa mischia droga e blog, giovani e internet, esibizionismo e rete, tutto (colpevolmente?) assieme per creare un alone di mistero che alle cronache patinate di certi delitti offrono un valore aggiunto molto ben vendibile in terza serata. C’è chi sente odor di dolo, non solo di inconsapevole errore.

La lettera a Bruno Vespa potrebbe continuare a questo punto con una proposta ed una esortazione (con il sorriso sulle labbra): troviamoci faccia a faccia (non Porta a Porta…) e parliamone. Molto spesso si ha paura delle cose solo perchè non le si conosce. Mettiamola sul ridere, volendo. Ma parliamone.

Caro Bruno Vespa, proviamoci: perchè non fare una puntata di Porta a Porta sui blog e sulla blogosfera? Dlin Dlon! Ed esce in studio Luca Sofri, così si inizia già con un cognome conosciuto e ci si viene un po’ incontro. Dlin dlon! Ed esce Luca Conti, che tanto in RAI già lo conoscete. Dlin dlon! Esce nessuno, Grillo non si è presentato, figuriamoci. Luttazzi nessuno lì l’ha chiamato invece, che le elezioni incombono ed è meglio evitare guai. Dlin dlon! Ed esce Gentiloni, ministro blogger. Dlin dlon! Ed ecco Pino Scaccia, giornalista blogger. Dlin dlon! Ed ecco Gianfranco Micciché che a ragione si presenta a spiegare quanto possa essere pericoloso bloggare. Dlin dlon! Esce Fassino, ma gli si chiede se per favore può astenersi dal commentare perchè ancora non troppo ferrato sull’argomento.

Dlin dlon! Ne bastano 5-6 per vedere che non è tutto un mondo di balordi e che i blog sono qualcosa di molto più complesso. E parlando e discutendo e sciorinando numeri ed esperienze emergerà facilmente il fatto che i giovani son qualcosa di molto diverso da quanto appare e per nulla sconosciuti se solo si tenta di conoscerli. Per loro qualche intervista per la strada basterà, qualche schermata presa a caso (mi raccomando, a caso!) testimonierà di cosa è fatto un blog agli effetti e alla fine il grande mistero dei blogger sarà risolto. E i giovani faranno meno paura in quei loro screanzati rigurgiti di quotidiano esibizionismo immotivato.

p.s. Ma prima della fine della trasmissione, caro Vespa, se puoi fai anche entrare Renato Mannheimer, così ci sfodera una classifica dei blog “più influenti” e ci si fa quattro risate tutti assieme. Se cerchi per lui un contraddittorio, ti consiglio qualcuno di BlogBabel. Se non sai cos’è, prova a cercarlo «su gaddel, guggel o come si chiama…».

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