La memoria ai tempi di Google

Internet ha alterato il funzionamento della memoria delle persone perché ha semplificato l'accesso alle informazioni.
Internet ha alterato il funzionamento della memoria delle persone perché ha semplificato l'accesso alle informazioni.

Internet e i motori di ricerca stanno cambiando il modo in cui il cervello umano memorizza le informazioni. Uno studio pubblicato su Science ha dimostrato che Google, Yahoo, Bing e i database come Wikipedia e IMDB, rappresentano ormai una memoria esterna. Le persone hanno più difficoltà a ricordare le informazioni se sanno dove trovarle facilmente o, detto in altre parole, il cervello ricorda meglio le informazioni se non è disponibile un accesso ad Internet.

La ricerca condotta da Betsy Sparrow, professoressa dei Dipartimento di Psicologia della Columbia University, ha scoperto quello che è stato descritto come il cosiddetto “Effetto Google“: gli strumenti offerti dal web rendono semplice la ricerca di informazioni, ma se le persone non riescono a trovare risposte immediate potrebbero soffrire di “crisi di astinenza” poiché eccessivamente pronte a fidarsi del soccorso delle macchine:

Stiamo diventando simbiotici con i nostri strumenti informatici. Siamo diventati dipendenti da essi. Il cervello umano si sta adattando alle nuove tecnologie di comunicazione.

Sparrow chiarisce però che ciò non significa che stiamo diventando persone dalle teste vuote senza memoria, ma che stiamo diventando particolarmente abili a ricordare dove andare a trovare le cose. Perché quindi dobbiamo sforzarci di ricordare le informazioni se sappiamo dove trovarle? In pratica, è come se avessimo affidato in outsourcing le funzioni del cervello a Google e ad altri motori di ricerca.

Il team guidato dalla professoressa ha sottoposto alcuni studenti ad una serie di quattro esperimenti. Un esperimento prevedeva la scrittura di 40 frasi sul computer. Ad una metà degli studenti era stato detto che le informazioni sarebbero state salvate, mentre all’altra metà che sarebbero state cancellate. Ebbene, questi ultimi sono stati in grado di ricordare più informazioni. Un altro esperimento invece ha dimostrato che gli studenti ricordavano meglio le cartelle in cui avevano salvato le informazioni piuttosto che il contenuto delle informazioni stesse.

Internet ha dunque sostituito le fonti dalle quali le persone ricevono informazioni, come amici o colleghi di lavoro. La professoressa Sparrow ha ammesso di non sapere cosa succederà in futuro, ma per adesso sembra che le persone abbiano semplicemente “dimenticato di ricordare”.

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