Ubuntu sbarca sugli smartphone

Canonical promette: entro un anno saranno disponibili i primi device mobili animati da Ubuntu per smartphone.
Canonical promette: entro un anno saranno disponibili i primi device mobili animati da Ubuntu per smartphone.

Anche Ubuntu sarà su smartphone (vedi tutte le immagini) o almeno è questo quanto auspica, promette ed annuncia Mark Shuttleworth. Un esordio per molti versi atteso, un approdo che era scritto nel destino del gruppo Canonical. Ubuntu tenta di fare quanto fin qui nessuno è mai riuscito ad ottenere: portare Linux nel mondo degli smartphone trovando una presenza solida e stabile, dando vita ad un progetto duraturo che non sia soltanto un proof of concept, ma anche una reale alternativa ai big player del settore.

Ubuntu per smartphone non è certo una minaccia per iOS o Android, né tantomeno per Windows Phone. Tuttavia esprime quella pulsione alla differenziazione che il mercato ancora sembra cercare al di là dei pochi nomi che colonizzano oggi la stragrande maggioranza del mercato.

Ubuntu non arriverà su smartphone prima del 2014, dunque il progetto è tutto fuorché improvvisato ed immediato. Ad oggi da parte di Shuttleworth giunge soprattutto una dichiarazione di intenti, ma la roadmap appare tracciata: entro poche settimane sarà possibile toccare con mano i primi passi compiuti dal gruppo ed entro pochi mesi sarà probabilmente possibile iniziare ad intravedere quanto si sta portando avanti a livello di sviluppo. La prima fase implica la release di Ubuntu per Android (originariamente annunciato nel febbraio 2012), versione che potrebbe presto dare i primi frutti: sulla base di quanto emerso in queste ore, un produttore di prima fascia già impegnato su Android potrebbe ospitarne il codice come valore aggiunto alla propria produzione. Quel che Ubuntu per Android richiede è semplicemente un dual-core per poter girare senza alcun problema; quel che Ubuntu per Android offre a fronte di un quad-core è invece un vero e proprio PC a portata di mano, un modo per gestire al meglio tutte le risorse che uno smartphone è in grado di esprimere.

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Portare Ubuntu su smartphone è negli intenti di Canonical qualcosa di estremamente semplice: tutti i produttori che già si sono impegnati su Android non dovranno far altro che piccole modifiche per poter approdare serenamente sul nuovo sistema operativo. Medesima semplicità è promessa agli sviluppatori, garantendo piena compatibilità con HTML 5 per portare immediatamente tutte le più comuni web app sulla nuova piattaforma.

A livello di design, grande importanza è stata riposta sui lati del display poiché in grado di moltiplicare le potenzialità dell’interfaccia touch. Similmente a quanto posto in essere da Windows 8, ma moltiplicando le gesture disponibili, Ubuntu per smartphone consente di sfiorare i lati per aprire app, scrutare menu, accedere a contenuti ed altro ancora.

Quando abbiamo iniziato a sviluppare Unity qualche anno fa, l’obiettivo era quello di creare una singola famiglia di interfacce che lavorasse allo stesso modo su differenti device. Questo significa che, a differenza della maggior parte dei nostri rivali, noi siamo in grado di usare un singolo OS su tutti i device che la gente usa tanto su PC quanto su smartphone o altro.

Per ora Ubuntu su Smartphone è una proiezione, ma con un percorso chiaro ed obiettivi estremamente ambiziosi. Alle spalle di tutto ciò v’è un nome quale Canonical, che nel tempo ha reso Ubuntu una delle alternative più ricercate in ambito Linux. Tutto ciò per un orizzonte nuovo ed una scommessa che estende con forza il perimetro d’azione del sistema operativo: una piattaforma che intende davvero arrivare ovunque, espletando forti sinergie tra smartphone e PC per rendere unica l’esperienza su ogni device. Qualche video dimostrativo, qualche immagine illustrativa ed il volto di Mark Shuttlewoth per una keynote virtuale di presentazione: oggi Ubuntu per Smartphone è tutto qui, ma è già molto.

La promessa dovrà espletarsi entro un anno e solo allora sarà possibile giudicare il lavoro svolto e le reali potenzialità che Canonical è in grado di mettere in campo. Nel frattempo produttori ed operatori monitoreranno la situazione, in attesa di capire quali potenzialità possano nascere da questo nuovo progetto.

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