Facebook: effetti della fotocamera per tutti

Facebook permette agli utenti di creare delle cornici personalizzate da poter utilizzare nelle immagini del profilo o nella nuova fotocamera in-app.
Facebook permette agli utenti di creare delle cornici personalizzate da poter utilizzare nelle immagini del profilo o nella nuova fotocamera in-app.

Aperta anche in Italia la piattaforma Effetti della Fotocamera di Facebook. Dopo Irlanda, Colombia, Messico, Regno Unito e Taiwan in dicembre, oggi è disponibile nel Belpaese e anche in Argentina, Ungheria e Spagna. Questa piattaforma è uno strumento che permette di creare delle cornici da utilizzare nell’immagine profilo o tramite la nuova fotocamera sviluppata nell’applicazione.

Anticipata già dal team americano un paio di mesi fa, la piattaforma fbcameraeffects è aperta a tutti, così che tutti possano vedersi approvata una cornice di modo che le persone la vedano e la utilizzino. Ovviamente nello stesso habitat: decorazioni create nella fotocamera in-app. Per mostrare supporto a cause, eventi, squadre sportive, per rappresentare città, quartieri, luoghi di interesse, semplicemente per divertimento: le cornici di Facebook possono essere utilizzate su qualsiasi foto o video creato e condiviso attraverso la fotocamera in-app e le persone vicino al luogo di interesse vedranno queste cornici apparire nella loro fotocamera, secondo il principio della creazione e condivisione della community. Il sistema prevede che lo stesso utente disegni un png e lo carichi come motivo decorativo, aggiungendo poi dettagli che il social valuterà: in caso positivo, la cornice diventa patrimonio estetico utilizzabile anche da tutti gli altri utenti, con relative statistiche di successo notificate al suo autore.

La somiglianza con Snapchat

Evidente la somiglianza con una pratica storica di Snapchat: anche Facebook intende rafforzare la presenza dei millennials sul social puntando sulla creatività da designer che spesso si concentra su fenomeni da fan: la città di appartenenza, la squadra del cuore. In Snapchat molte stories sono state adottate dalle nazionali o dai top club per raccogliere consenso attorno a progetti di marketing ma anche di beneficenza. Facebook può fare altrettanto, su una base di utenti enorme. Il modo in cui le persone comunicano sta cambiando, è noto: foto e video, ora più che mai, sono utilizzati come strumenti di condivisione e in breve colonizzeranno il social fino a far scomparire i testi, o a ridurli di molto. La strategia è simile a quella del Safety Check: creare una piattaforma e poi lasciarla gestire alla community; in questo caso, tenendo d’occhio il News Feed.

La battaglia sui teenager

Marta Valsecchi, direttore dell’Osservatorio Mobile B2c Strategy del Politecnico di Milano, ha commentato quella che sembra essere un nuovo fronte culturale e commerciale dentro i social network, proprio in occasione del lancio della app Camera su Facebook. A parere dell’osservatorio, filtri, sovrapposizioni e altre diavolerie istantanee su foto e video segnano la battaglia definitiva tra Menlo Park e il fantasmino Snap:

Le ultime ricerche fatte a livello americano testimoniano, infatti, una costante crescita della rilevanza di Snapchat per i giovanissimi, in termini sia di numero di utilizzatori (+62% dal 2014 al 2016 per la fascia 12-24 anni secondo eMarketer) sia di tempo speso (gli utenti più giovani, infatti, vi passano circa mezz’ora al giorno). Inoltre la nuova funzionalità rappresenta una modalità per cercare di stimolare il numero di condivisioni all’interno di Facebook; tra metà 2015 e metà 2016, infatti, la produzione e condivisione di contenuti originali da parte degli utenti è calata del 15% circa.

L’interesse pubblicitario di una base demografica così giovane è scontato, anche se difficile, ma conta molto di più la loro capacità di influenzare i trend:

Si tratta di una fascia della popolazione particolarmente interessante per gli investitori pubblicitari, non raggiungibile con i mezzi offline né con formati digitali giù vissuti come tradizionali. A interessare non è il loro potere d’acquisto, ma il ruolo di “trend setter”, ossia amplificatori di tendenze che caratterizzeranno a seguire i comportamenti anche di altre fasce d’età.

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