LimeWire paghi 75 bilioni di dollari

Le 13 parti denuncianti che hanno portato alla chiusura di LimeWire chiedono ora un risarcimento danni pari a 75 bilioni di dollari.
Le 13 parti denuncianti che hanno portato alla chiusura di LimeWire chiedono ora un risarcimento danni pari a 75 bilioni di dollari.

Per LimeWire è stata chiesta una sanzione da 75 bilioni di dollari. Trattasi di una cifra che, per capirla, occorre probabilmente scriverla per esteso, affinché sia chiara l’entità che le 13 parti denuncianti hanno richiesto a risarcimento del danno comminato negli anni di attività del servizio pirata.

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A metà 2010 la sentenza: LimeWire deve definitivamente chiudere poiché riconosciuto responsabile dei «danni irreparabili» causati a seguito delle continue violazioni del diritto d’autore. Il processo è quindi proseguito fino alla richiesta di risarcimento danni (già definiti “irreparabili”) da parte delle major coinvolte nella denuncia del gruppo. La richiesta è stata accompagnata da una valutazione relativa al danno unitario provocato da migliaia di brani musicali, giungendo ad un computo massimo calcolato nell’ordine dei trilioni: 75 mila miliardi di dollari (oltre 50 mila miliardi di dollari, oltre 25 volte il debito pubblico italiano)

Il giudice Kimba Wood, esattamente colui il quale nella prima sentenza definì “irreparabili” i danni causati da LimeWire all’industria musicale, torna però ora sui suoi passi e tenta di riportare nell’ordine delle cose la dimensione del processo. Sebbene irreparabili, infatti, i danni vanno calcolati e misurati, il tutto tentando di seguire termini ragionevoli che possano seguire un metodo generale da seguirsi eventualmente anche in altri processi similari.

Il giudice Wood ha definito “assurda” la richiesta e l’ha anzi ritenuta addirittura contraria alle leggi sul copyright, opponendosi così alle 14 pagine presentate dall’accusa per motivare le proprie valutazioni. La difesa ha ben definito l’assurdità della richiesta ricordando come la cifra pretesa sia ben più alta dell’intero introito accumulato dall’industria musicale dall’invenzione del fonografo di Edison (1877) ad oggi.

La logica che sarà seguita non potrà dunque essere in linea con il teorema dell’accusa e l’avvocato LimeWire Joseph Baio se ne felicita ricordando come la ragionevolezza del processo deve tenere in considerazione la particolare natura di Internet nel momento in cui le decisioni vengono intraprese. Ad inizio maggio il procedimento riprenderà ed il giudice Wood ha fatto sapere che la sanzione andrà valutata secondo crismi differenti, senza lasciare alla semplice moltiplicazione tra violazioni e danno unitario il computo del danno complessivo.

Nelle stesse ore in cui la richiesta è giunta pubblicamente online, una ricerca NPD ha dimostrato come la caduta di LimeWire abbia causato anche la caduta della pirateria negli USA, ormai a livelli estremamente bassi rispetto a tre anni or sono. Di fronte a tale caduta, il mercato della distribuzione musicale non ha però avuto alcuna impennata: sarà questo materiale su cui riflettere e su cui il giudice Wood dovrà rapportare i propri calcoli.

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