SmartStart finisce in Parlamento

Invitalia si difende dopo i problemi di SmartStart: si trattava di un caso unico. Intanto però arriva in Parlamento con una interrogazione.
Invitalia si difende dopo i problemi di SmartStart: si trattava di un caso unico. Intanto però arriva in Parlamento con una interrogazione.

La vicenda SmartStart avrà degli strascichi, al di là del ripristino delle funzionalità del sito. Il caos dei primi giorni della piattaforma per il bando dedicato alle imprese innovative del sud Italia non è stato dimenticato. Invitalia, società che ha gestito l’operazione, ha spiegato cosa è accaduto, ma una spiegazione dovrà darla anche il ministro della partita, Flavio Zanonato, martedì, quando risponderà a una interrogazione parlamentare.

L’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa ha emesso un comunicato ufficiale sugli accadimenti di questi ultimi tre giorni. Una vicenda imbarazzante, portata alla luce per prima da Assodigitale fin dalle prime ore dei problemi tecnici al sito e poi seguita passo dopo passo anche nei due giorni successivi. Operazione che ha suscitato l’interesse di un senatore, Francesco Russo (PD), il quale presenterà martedì, alla riapertura dei lavori parlamentari, una interrogazione su SmartStart.

L’interrogazione al Senato

Nell’interrogazione il senatore descrive questo tipo di fondo messo a disposizione dall’agenzia, volto a finanziare – fino ad un massimo di mezzo milione di euro per quattro anni – progetti imprenditoriali a carattere fortemente innovativo, promossi da imprese ubicate nel Mezzogiorno costituite da non più di sei mesi. A fronte dei problemi emersi, il testo chiede quali iniziative intenda adottare in merito il ministro. Il suo commento a latere, postato su Facebook, mostra l’intenzione di non arrendersi a questo genere di incidenti. Lui che è stato protagonista della vittoria sull’ammazzafax:

Il portale SmartStart poteva e doveva essere una “best practice”, una vetrina per dimostrare alla parte attiva e innovativa del Paese che è possibile una politica e una Pubblica Amministrazione capace di portare, attraverso passi concreti, a risultati che si possono toccare con mano fin da subito. Così, purtroppo, non è stato. (…) Il nuovo Parlamento e il governo credono in questa strategia e per questo ho già presentato un’interrogazione al Ministro per lo Sviluppo Economico certo che sarà fatta luce, in tempi brevi, sulle cause che hanno impedito l’avvio del portale.

Le spiegazioni di Invitalia

Invitalia ha atteso di risolvere i problemi tecnici più urgenti prima di spiegare in un lungo comunicato le cause di questi problemi, provando ad anticipare le domande di chi si interroga su questa vicenda emblematica. Il primo elemento è l’unicità del bando online, sia per tecnica che per numeri:

Si sono verificati oltre mille accessi contemporanei, un numero di gran lunga superiore alla media storica registrata per misure analoghe, che hanno stressato la piattaforma realizzata per Invitalia da Postecom, società pubblica del gruppo Poste Italiane, generando difetti nella sua funzionalità. Sono passati due giorni e, dopo i disservizi registrati e gli interventi effettuati, il fornitore ha assicurato che il sistema funziona, è stabile ed in grado di garantire il corretto flusso della presentazione delle domande, secondo i requisiti stabiliti dal bando.
Al di là dei disservizi, ovviamente non giustificabili, è la prima volta che la Pubblica Amministrazione garantisce l’accesso a un incentivo con procedure interamente “on line”. Si tratta di un’innovazione di non poco conto rispetto al tradizionale utilizzo della posta cartacea (lettera raccomandata) o elettronica (posta certificata) e che, ovviamente, come tutti gli esordi, non è esente da problematiche.

L’agenzia è entrata anche nel merito dei bug, grazie presumibilmente al confronto con i tecnici della piattaforma, e hanno riguardato i codici di accesso in due momenti diversi:

La prima tipologia ha riguardato il mancato invio, previsto dal sistema via email, del codice di accesso. L’anomalia, verificatasi in apertura della piattaforma, è stata risolta nelle ore successive e gli utenti che avevano richiesto il codice di accesso ai fini della registrazione lo hanno ricevuto.
La seconda tipologia ha riguardato la mancata ricezione del suddetto codice a mezzo di posta elettronica certificata, peraltro correttamente inviata dal sistema. Non basta, infatti, che il codice venga inviato all’utente da parte della piattaforma ma è ovviamente necessario che lo stesso dimostri di riceverlo. Dopo le segnalazioni, Invitalia ha provveduto a inoltrare nuovamente a mezzo posta elettronica agli utenti il codice di accesso, verificando che gli stessi lo avessero ricevuto, permettendo così la regolare prosecuzione delle procedure.

Per Invitalia il bilancio è comunque positivo

Alcune anomalie connesse alla presentazione delle domande sono state risolte potenziando l’infrastruttura, tutto dovrebbe essere tornato alla normalità, compreso la delicata cronologia della presentazione delle domande. Attualmente gli utenti registrati sono 1248, le domande in corso di elaborazione sono 1525, quelle complete 102, di cui 12 formalmente protocollate.
Finisce dunque qui? Per Invitalia questa esperienza è stata addirittura positiva:

Anche se sembrerà paradossale, l’innovazione nelle modalità di erogazione di agevolazioni pubbliche, ha ricevuto un sorprendente riscontro dell’utenza, in parte inaspettato. Purtroppo ciò ha generato un insopportabile e irripetibile disservizio nel funzionamento della piattaforma dedicata. Tale disservizio non ha, però, prodotto conseguenze irreversibili sui diritti dei cittadini di concorrere ad ottenere le agevolazioni previste dalla misura. Ha invece prodotto una serie di problematiche per chi ha messo in campo queste agevolazioni, circostanza che è sempre da mettere in conto, soprattutto di questi tempi, da parte di chi confida che, dopo il fisiologico periodo di assestamento, i benefici delle innovazioni per i cittadini saranno superiori ai disagi a loro purtroppo inizialmente arrecati.

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