La dura vita del dipendente Amazon

Uno scoop della BBC porta alla luce le condizioni dei lavoratori in un magazzino della Amazon: gesti calcolati, ritmi frenetici, e stress.
Uno scoop della BBC porta alla luce le condizioni dei lavoratori in un magazzino della Amazon: gesti calcolati, ritmi frenetici, e stress.

Ritmi forsennati, sorveglianza maniacale degli spostamenti e dei gesti del lavoratore: lavorare alla Amazon può causare uno stress psicologico grave. Queste le conclusioni della BBC, che ha mandato in incognito un suo giornalista per filmare il proprio lavoro nei turni di notte. Metodi e statistiche dicono che Amazon ha una tecnica pseudo concentrazionaria.

L’operaio del magazzino Amazon Adam Littler era in realtà un giovane reporter (23 anni) della televisione britannica che, armato di scanner e trolley, ha raccontato con dovizia di particolari come ci si sente quando si hanno 33 secondi per trovare un singolo prodotto sparso su una superficie di 70 mila mq. Mediamente, nelle dieci ore di turno (pagate poco meno di 100 euro) si percorrono fino a 11 miglia.

Il sistema dei picker – il tipo di mansione per cui il reporter è stato assunto come stagionale per le festività – prevede che quando lo scanner non intercetta il codice a barre del prodotto entro il tempo limite comincia a suonare. Se non si riesce ad essere all’altezza del compito si incorre in una sanzione disciplinare. Un tipo di organizzazione ultra-neo-taylorista molto simile a quella criticata negli anni Novanta per il fast food McDonald’s. Un famoso saggio di un sociologo americano, “Il mondo alla McDonald’s” contribuì a cambiare alcune cose in questi ristoranti, e chissà che anche in questo caso la denuncia e l’analisi di questa modalità organizzativa non convinca l’azienda di Seattle a rivedere alcuni concetti. Le parole del reporter, una volta uscito da questa esperienza, non lasciano adito a interpretazioni:

Eravamo come macchine, come robot, non eravamo esseri umani. Usavamo lo scanner di codici a barre sui prodotti, ma potevamo benissimo usarlo su noi stessi. Non eravamo assunti per pensare autonomamente, forse credono che non siamo in grado di farlo perché siamo solo esseri umani.

La risposta di Amazon

Amazon, che è già stata al centro di alcune polemiche, specialmente in Germania dove è ancora in atto una vertenza e dove peraltro scoppiò anche un imbarazzante caso di nonnismo tra dipendenti, ha risposto al servizio della BBC con un comunicato corredato di video e varie informazioni, spiegando che la condizione di sicurezza sanitaria del dipendente è al centro delle preoccupazioni dell’azienda e che alcune mansioni, è vero, richiedono uno sforzo fisico che non è per tutti:

Rifiutiamo con forza l’accusa che Amazon sfrutti i suoi dipendenti. Diamo stipendi competitivi, in media un dipendente di Amazon con due anni di servizio viene a guadagnare 8,98 sterline l’ora per un turno di giorno e 10,78 per il turno di notte. Inoltre, Amazon ha nominato un esperto indipendente che ha visitato i nostri edifici e collaboratori. A parere dell’esperto, il compito di raccolta è simile ai posti di lavoro di molti altri settori e non aumenta il rischio di malattia mentale e fisica. (…) Come la maggior parte delle aziende, abbiamo aspettative di performance e obiettivi di produttività, che sono fissati oggettivamente sulla base dei livelli di performance precedenti ottenuti dalla nostra forza lavoro.

Insomma, se non si regge allo stress, non piace camminare e si sopporta a malapena il beep di uno scanner, meglio guardare ad altri profili.

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