La tv è morta? Macchè...

No, la tv non è morta. Come si sapeva da tempo, semplicemente l'arrivo della rete avrebbe originato anche in questa direzione una commistione, un riequilibrio, ma non la distruzione del medium che ha dominato gli ultimi decenni. La conferma dal CES 2008
No, la tv non è morta. Come si sapeva da tempo, semplicemente l'arrivo della rete avrebbe originato anche in questa direzione una commistione, un riequilibrio, ma non la distruzione del medium che ha dominato gli ultimi decenni. La conferma dal CES 2008

Tu che pensavi che la tv fosse ormai un rigurgito sul presente di un glorioso passato. Tu che vedevi nella scatola parlante un rottame da dimenticare in cantina. Tu che la identificavi come un’icona del passato, del vecchio, dei matusa e di una generazione precedente. Tu che la tv dici di non guardarla, salvo poi cercarne i vip sulla rete. Tu che la allontani con aglio e anatemi, che non ne sopporti l’idea, tu che vedi nella rete la rivoluzione che tutto cambia, tutto cancella e tutto stravolte. Tu, si, proprio tu: ricrediti. La tv è più viva che mai.

L’importante è capirsi: cosa è la tv? Se la si interpreta come modo di comunicare, come abitudine serale o come mezzo fondamentale di comunicazione “centrale”, allora forse i dubbi sul futuro debbono rimanere ben accesi. Se invece si guarda alla televisione come mero strumento tecnologico, allora la teoria va ribaltata perchè mai come ora la televisione è stata al centro di una rivoluzione, di una crescita e di un’evoluzione tecnica tanto rapidi. Il CES ne è la conferma: le tv hanno acceso i riflettori sull’evento di Las Vegas, le tv hanno animato l’ultima grande arringa di Bill Gates, le tv hanno chiuso il sipario.

L’evoluzione tecnica è il primo elemento fondamentale che caratterizza la nuova grande era della tv. Il passaggio dal bianco e nero ai colori è forse meno radicale che non quello che viviamo oggi (pur se meno sensazionale, vista la quantità di tecnologia che oggi permea le nostre vite). La dimensione, innanzitutto, ha assunto standard definitivamente nuovi: guai scendere sotto i 40 pollici, con profili sempre più sottili e un sommesso invito ad appendere il televisore invece che appoggiarlo: come un quadro, come una finestra su un mondo nuovo, forse semplicemente per distinguere il nuovo dal vecchio. Per quanto concernente le dimensioni, ormai è una sfida a chi ce l’ha… più grande. Sharp ci ha provato, ma i suoi 108 pollici impallidiscono al cospetto dei 150 annunciati da Panasonic (ebbene si, quasi 4 metri di diagonale).

La dimensione, però, si sa: non conta quando non la si usa a dovere. Ed ecco quindi aumentare capacità e definizione, saturazione del colore ed interoperabilità con l’esterno. Ogni televisore è stato ormai dotato di alta definizione con la dicitura “Full HD” che diventa ormai uno standard a cui è impossibile fare a meno (non a caso Sky sta progressivamente passando al nuovo sistema e tra Blu Ray e HD DVD è una guerra senza quartiere). Ma quando anche l’alta definizione sembra ormai aver raggiunto le sue massime proiezioni, ecco la novità: ora le televisioni potranno anche far vivere l’esperienza del 3D.

Così la tv Miracube (da 2D a 3D in un click), così Samsung che ha presentato il proprio primo prototipo “3D Ready”. La visione stereoscopica è una applicazione lungi dall’adozione comune, ma sembra solo ieri che anche l’HD sembrava un qualcosa di lontano: quanti, dopo l’ultimo Natale, si sono trovati in casa un qualche strumento quantomeno “HD Ready”?

Ma la novità più importante sembra essere quella dell’approdo del web sulla tv. Un esempio su tutti, quello che ha maggiormente raccolto i favori della cronaca del CES 2008: un accordo tra Google e Panasonic porterà YouTube sui televisori dell’azienda partner. Non solo: a finire in tv vi saranno anche le collezioni Picasa, il calderone online ove gli utenti possono depositare le proprie fotografie creando gallery condivisibili con chiunque. “Google Tv” l’ha chiamata qualcuno. Semplicemente, forse, trattasi invece di un passo obbligato che le due case hanno deciso di intraprendere assieme per portarsi avanti in quella che è una strada ben delineata.

E poi c’è Bill Gates. Onore al merito, Gates è forse stato l’unico a credere veramente negli anni a questo tipo di configurazione: tv al centro, supportata da un’interfaccia che vi portasse su la realtà digitale. La sua teoria però è troppo spesso passata per improbabili Set Top Box che non hanno mai realizzato la felicità di alcun utente. Ora Gates, sulla soglia dell’addio, si è reso conto di avere tra le mani lo strumento più prezioso per occupare quello spazio che da tempo anelava a conquistare: la Xbox 360 è lo strumento ideale, è già in mano a milioni e milioni di utenti, può offrire a Microsoft la leva giusta per fare il grande salto. Ed ecco così che sulla Xbox arrivano i film, la musica, i download, il tutto naturalmente ricollegato alla tv di casa con un controller a fare da telecomando verso la nuova realtà.

La tv, insomma, sembra uscire da questo CES con fare ambivalente. Da una parte è stata declassata: non più fonte autorevole, medium accentratore e simbolo univoco di comunicazione (così come era nei decenni passati). La tv sembra aver sceso l’ultimo scalino divenendo definitivamente uno strumento. Non più soggetto, ma oggetto. Dall’altra, al tempo stesso, è seccamente smentita ogni ipotesi catastrofista (e comunque palesemente infondata) che voleva lo schermo del pc sostituirsi alla tv. Macché. Niente museo per ora: la tv è sempre più solida al centro del salotto e per difendere questa sua posizione privilegiata aumenta dimensioni e capacità, prese di input e quant’altro utile a fornire una esperienza video quanto più soddisfacente possibile. E senza rivali di sorta.

Internet, zitta zitta, la tv se la sta mangiando. Ma l’ha lasciata lì, al suo posto, senza infierire più di tanto. Le ha offerto una mano per salvarla, ma ha dettato le sue condizioni. È così che i grandi popoli del passato hanno costruito i loro imperi: conquistando, non distruggendo. Ed è la rete il più grande impero dell’epoca moderna.

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