Goldman Sachs è ora amica di Facebook

Goldman Sachs versa 450 milioni di dollari in Facebook per garantire una opportunità a tanti piccoli investitori
Goldman Sachs versa 450 milioni di dollari in Facebook per garantire una opportunità a tanti piccoli investitori

Goldman Sachs è ora amica di Facebook e a Facebook piace questo elemento. Il gergo da usare è giocoforza quello del social network più noto al mondo, ma il contenuto è in questo caso strettamente economico: Mark Zuckerberg ha tra le mani un servizio il cui valore è ormai schizzato a quota 50 miliardi di dollari grazie ad una nuova infusione di denaro, partner e fiducia.

La nuova quotazione del gruppo è conseguenza diretta di un investimento pari a 500 milioni di dollari che il social network ha ricevuto da Golman Sachs e Digital Sky Technologies: la prima è una nuova entrata e porta nelle casse del gruppo 450 milioni; la seconda è un partner della prima ora che, dopo i 200 milioni investiti subito nell’idea, aumenta ora la propria quota nel gruppo con ulteriori 50 milioni. Ora Facebook si trova con un nuovo grande nome all’interno della proprietà, nome dietro il quale si celano tanti piccoli investitori accomunati da un solo sindacato (i singoli investimenti debbono superare i 2 milioni di dollari e non è possibile cedere la propria quota prima del 2013): è questo un piccolo escamotage per sfuggire ad una regola formale che vieta più di 500 investitori dietro una azienda di questo rango non quotata pubblicamente in borsa.

Grazie alla nuova infusione di denaro ricevuta, Facebook vale ora 50 miliardi di dollari superando le quotazioni di gruppi quali Yahoo o eBay (grandi nomi della prima era della rete, sopravvissuti al disastro dello scoppio della bolla ed ora di fronte alla nuova grande prova che l’innovazione impone). Le ipotesi si sprecano circa la possibile prossima quotazione in borsa del gruppo: il 2012 è indicato come l’anno più probabile per l’esordio, ma se così sarà nei prossimi mesi si assisterà a manovre di avvicinamento che andranno a rendere quanto più appetibile e sicura la quotazione delle azioni per la pubblica piazza.

Ad oggi l’affare lo hanno fatto i primi investitori: Mark Zuckerberg, ovviamente, il quale detiene il 25% della proprietà; DST, il cui denaro russo ha alimentato le prime manovre del social network; Microsoft, che oggi vede premiato il proprio coraggio nell’oneroso investimento da molti indicato ai tempi come uno sventurato abbaglio.

Va tuttavia sottolineato come la quotazione odierna di Facebook altro non sia se non una proiezione basata sulla raccolta di fondi in atto. Il valore vero del gruppo potrà essere sancito soltanto il giorno in cui le azioni saranno quotate a Wall Street, dando così corpo ad un valore che oggi può soltanto essere tratteggiato sulla base di una logica di mercato privata, chiusa, e costituita da investimenti.

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