Lightning di Apple obbliga le startup a chiudere

Le rigide regole di Apple sulle licenze Lightning obbligano una startup di successo a chiudere: Apple vuole l'esclusività dei caricatori.
Le rigide regole di Apple sulle licenze Lightning obbligano una startup di successo a chiudere: Apple vuole l'esclusività dei caricatori.

L’arrivo del connettore Lightning sui device iOS è stato accompagnato da fitte polemiche. Il sostituto del cavo dock, infatti, non solo impedisce di utilizzare i vecchi accessori con i nuovi iPhone 5, iPad e iMac, ma costringe i produttori di terze parti a sottostare a regole ferree imposte da Cupertino. Ed ecco perché il mercato degli accessori Lightning proceda a rilento. Ma c’è evidentemente di più: la nuova filosofia dell’iper-controllo voluta da Apple costringe le startup a chiudere.

È quel che è successo a Edison Jr, una piccola società d’elettronica oltreoceano: l’azienda è riuscita a raccogliere ben 140.000 dollari d’investimenti su Kickstarter per la produzione di POP, un’interessante e utile station di ricarica multidevice per Lightning, MicroUSB e normale dock. Ma Apple ha posto il veto, così la startup si è vista costretta a rimborsare tutti gli investitori e a chiudere baracca. La motivazione addotta da Cupertino? L’azienda non vuole che il suo pregiato Lightning sia associato ad altri connettori, anche quelli che la stessa Apple ha prodotto fino a pochissime settimane fa:

«Quando Apple ha annunciato Lightning, abbiamo pensato che fosse giusto incorporare nel nostro prodotto due di questi connettori, affiancati da due cavi dock da 30 pin e da una Micro USB. Dopo esserci registrati con Apple (un requisito per Lightning), abbiamo appreso come l’azienda non voglia approvare un prodotto che venda Lightning accompagnato da altri caricatori, compreso il loro dock da 30 pin. Così facendo, POP non può più mantenere le sue promesse e il progetto è costretto a chiudere.

Questa la spiegazione di Jamie Siminoff, il CEO di Edison JR, il quale racconta con rammarico altri episodi del rapporto con Apple. La scoperta dell’impossibilità di ottenere una licenza Lightning non sarebbe affatto avvenuta negli immediati momenti successivi alla registrazione con l’azienda, bensì dopo un periodo di tira e molla. Un periodo in cui i creatori di POP hanno dovuto investire dei capitali a vuoto, senza la possibilità di trarne una qualsiasi forma di guadagno. E così il CEO sentenzia senza mezzi termini:

«Siamo incavolati! Credo siano un branco di ca***ni e credo stiano ferendo i loro clienti.»

È certamente lecito sottolineare come Apple debba proteggere le proprie innovazioni, non concedendo licenze di utilizzo a chicchessia. Ma certe regole appaiono assurde: perché mai impedire la convivenza tra Lightning e il normale connettore dock? Perché condannare un progetto in grado di raccogliere più del doppio in investimenti rispetto a quanti realmente richiesti, segno di come il mercato ne abbia promosso gli intenti?

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