In bocca al lupo, Larry!

A partire dal 4 aprile prossimo Larry Page sarà ufficialmente il nuovo CEO di Google, sostituendo Eric Schmidt nelle operazioni quotidiane a capo del gruppo
A partire dal 4 aprile prossimo Larry Page sarà ufficialmente il nuovo CEO di Google, sostituendo Eric Schmidt nelle operazioni quotidiane a capo del gruppo

A partire dal prossimo 4 aprile Larry Page sarà il nuovo CEO di Google. Il cambio di ruolo avviene in concomitanza con il passo indietro compiuto da Eric Schmidt, con il quale si chiude una parentesi lunga 10 anni che riporta la situazione a quella che era prima della grande ascesa di Google ai fasti di oggi. Prima del 2001, infatti, Google era una start-up che sotto la guida di Page era giunto a circa 200 dipendenti e molte grandi promesse, ma soltanto sotto la reggenza Schmidt ha imparato a trasformare in oro tutto quel che ha toccato.

La decisione di modificare i ruoli del top management del gruppo di Mountain View segue un percorso logico ben preciso: il gruppo vive ormai da tempo la ferma necessità di snellire le procedure decisionali per mettere nelle mani di una persona sola il ruolo di leader con responsabilità strategiche. Durante le vacanze di fine 2010 è maturata la decisione: Schmidt si fa da parte diventando Presidente Esecutivo con importante ruolo consultivo e di rappresentanza, Brin assume il controllo delle operazioni sul comparto tecnico (in contatto diretto con i prodotti ed il loro sviluppo) e Larry Page va a sedere sulla sedia che scotta.

Nel post di commiato Schmidt offre a Page un buffetto di incoraggiamento: lo considera maturo a sufficienza per continuare il proprio percorso in autonomia e considera giusto il momento per il cambio della guardia. Ma una decisione tanto improvvisa non può che mandare allo sbaraglio il co-fondatore del gruppo, mettendo fin da subito sul suo capo fondamentali responsabilità. Android, infatti, è stato giudicato da Tim Cook come un prodotto “vaporware” che sui tablet non ha ancora dimostrato nulla; la ferita di Google Wave ancora sanguina; la Commissione Europea sta investigando sulla bontà degli algoritmi di ricerca; l’evoluzione del computing sta cambiando il quadro generale della situazione con Google costretto a confermare la bontà dei propri prodotti in ogni singolo comparto: da Chrome a YouTube, dal Search alla Google Tv, passando per la telefonia di Google Voice ed arrivando ai progetti ipotizzati per Google Music. L’impero è vasto ed i confini sono sempre fragili: Page prende tutto ciò in mano nel momento di massimo splendore, peraltro nel momento effettivamente più opportuno per un cambio in corsa, ma con la ferma necessità di affermare fin da subito la propria leadership, la propria linea, la propria guida ed il proprio carisma.

Quando salirà sul “trono” di Google, Larry Page avrà appena compiuto 38 anni e già il suo nome compare nell’Olimpo dei personaggi più ricchi al mondo. Ma d’ora in poi dovrà procedere senza il paravento della figura di Schmidt, colui il quale ha preso per mano due ragazzi prodigio e li ha condotti sapientemente sulle vie del business. D’ora in poi Page e Brin dovranno camminare da soli. Il passo lo segnerà Brin. La direzione la deciderà Page.

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