NASA, formato il team per cercare la vita aliena

Il CLDS sarà composto da ricercatori e scienziati della NASA ed esterni che avranno il compito di scoprire se siamo soli o meno nell'Universo.
Il CLDS sarà composto da ricercatori e scienziati della NASA ed esterni che avranno il compito di scoprire se siamo soli o meno nell'Universo.

La NASA ha formato un team di scienziati per rintracciare la vita aliena su altri pianeti: l’obiettivo è proprio quello di rispondere alla fatidica domanda “siamo soli nell’Universo?”, da oggi compito del Center for Life Detection Science (CLDS). Gli esperti della NASA lavoreranno al fianco di persone esterne all’agenzia spaziale, specializzate in fisica, biologia e astrofisica, per rintracciare qualsiasi segno di esistenza extraterrestre.

Tori Hoehler, uno dei principali scienziati presso il CLDS, ha dichiarato:

Ora disponiamo delle competenze scientifiche e ingegneristiche necessarie per cercare di rispondere a questa profonda domanda [siamo soli nell’Universo?] con la chiarezza delle prove scientifiche – e abbiamo una grande comunità di ricercatori pronti ad affrontare la difficile sfida. La ricerca della vita oltre la Terra non ha un unico approccio: per avere maggiori probabilità di successo, abbiamo bisogno di sviluppare strumenti e strategie che siano pensati per scoprire la vita nelle condizioni uniche degli altri Pianeti, che sono molto diversi non solo dalla Terra ma anche l’uno dall’altro.

Le migliori menti della NASA lavoreranno al fianco di studiosi della Georgetown University e della Georgia Tech University. Una di queste, Sarah Stewart Johnson, afferma che l’obiettivo della sua squadra è quello di cercare di riconoscere la vita “come noi non la conosciamo”. Ciò significa che gli scienziati si aspettano di trovare, nell’eventualità, forme di vita che potrebbero essere molto diverse da quelle che si trovano sulla Terra.

Nei giorni scorsi la NASA ha dichiarato morto il rover Opportunity, a distanza di 15 anni dal suo arrivo su Marte. Il robot automatico non dava più segnali dallo scorso giugno, quando una tempesta di sabbia ha colpito il Pianeta Rosso.

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