Open Data anche alla Camera dei Deputati

La Camera dei Deputati apre agli open data, rendendo così più trasparente ed aperto il rapporto tra cittadini, politica e Pubblica Amministrazione.
La Camera dei Deputati apre agli open data, rendendo così più trasparente ed aperto il rapporto tra cittadini, politica e Pubblica Amministrazione.

Anche la Camera dei Deputati apre agli Open Data. Si tratta di una mossa incoraggiata dalla Commissione Europea, già percorsa in altri paesi europei e che in Italia muove i primi passi partendo dalle sale del “Palazzo” come esempio e stimolo per una Pubblica Amministrazione più aperta e trasparente.

L’iniziativa, va ricordato, giunge a seguito dell’omologo dati.gov.it con cui la PA viene chiamata in causa nelle sue singole espressioni territoriali, completando pertanto un percorso che ad ogni livello intende esprimere in futuro la medesima filosofia e la medesima pratica: l’Open Data non è più soltanto un obiettivo, ma un modo di pensare al rapporto tra PA e cittadino.

L’apposito sito ufficiale dati.camera.it è a disposizione per accedere a tutte le risorse che la novità sarà in grado di sbloccare: i dati, infatti, non solo sono accessibili ma anche elaborabili, utilizzabili per applicazioni e gestibili pertanto al fine di ricavare nuova ricchezza e maggior trasparenza attorno a quella che è la “cosa pubblica”. Il sito viene descritto come «Una piattaforma di pubblicazione e condivisione di Linked Open Data sull’attività e gli organi della Camera, da scaricare o interrogare liberamente» ed il database contiene «dati relativi ai deputati, agli organi parlamentari, ai gruppi parlamentari, ai lavori parlamentari dalla I legislatura della Camera regia fino alla legislatura che precede quella corrente».

La peculiarità dell’iniziativa non è data semplicemente dalla pubblicazione dei dati, ma soprattutto da caratteristiche quali:

  • libera disponibilità
    «i dati proposti sono Open, ovvero rilasciati secondo licenza Creative Commons – Attribuzione – Condividi allo stesso modo e liberamente utilizzabili dagli utenti»;
  • semantica
    «l’utilizzo di descrittori semantici consente di far emergere i collegamenti tra le risorse, correlandole in base al loro “significato”. RDF fornisce in tal senso la possibilità di descrivere risorse tramite un modello dei dati strutturato ed orientato ai grafi, e costituisce pertanto il principale modello di descrizione utilizzato»;
  • fruibilità
    «all’interno della rete ipermediale i nodi divengono risorse, identificabili tramite uri e rappresentabili in vari formati, secondo le esigenze (RDF può ad esempio essere serializzato in formati xml così come su semplici file di testo, e presentato all’utente tramite delle pagine html)».

Fin da subito è possibile scaricare i dataset relativi a deputati, mandati parlamentari, disegni di legge, resoconti stenografici delle sedute ed altro ancora. Disponibili altresì le prime applicazioni: “Atlante istituzionale” (una mappa interattiva che localizza i luoghi di nascita dei vari Presidenti della Repubblica, del Consiglio, del Senato e della Camera del Regno d’Italia) e “Mappa delle elezioni nel Regno d’Italia” (contenente i risultati elettorali nei singoli collegi delle elezioni per la Camera dei deputati, fino alla XXIV Legislatura Del Regno d’Italia).

Contestualmente anche il Consiglio Regionale del Piemonte ha dato il via a medesima iniziativa approvando all’unanimità l’iniziativa bipartizan (PD e Lega Nord) sugli Open Data:

La legge dà concreta attuazione al principio secondo il quale i dati prodotti dalle istituzioni pubbliche appartengono alla collettività e, quindi, devono essere resi disponibili e riutilizzabili attraverso internet in formati definiti. In questo modo viene incrementata la trasparenza degli organismi pubblici nonché la partecipazione e la collaborazione tra pubblico e privato

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