Usi e costumi dei consumatori online in Italia

Netcomm investe in una pubblicazione trimestrale per fotografare il fenomeno del Net Retail: le dimensioni dell'ecommerce ormai impongono una evoluzione.
Netcomm investe in una pubblicazione trimestrale per fotografare il fenomeno del Net Retail: le dimensioni dell'ecommerce ormai impongono una evoluzione.

Una rivista trimestrale che parli con cifre e statistiche del ruolo del digitale negli acquisti degli italiani. Fre le tante cose emerse nella nona edizione dell’eCommerce forum organizzato dal consorzio Netcomm, la pubblicazione “Net Retail” ha un posto di privilegio perché chi l’ha redatto generalmente si occupa del lato venditore. In questo caso, però, si prende in parola l’analisi degli osservatori del Politecnico a proposito del commercio elettronico e si guarda al lato consumatore: quello in espansione naturale.

È stato più volte ribadito all’ultimo eCommerce forum: i consumatori sono maggiormente pronti rispetto alle aziende. Un ritardo che meriterà ulteriori approfondimenti, intanto però la prima edizione di questa speciale ricerca commissionata da Netcomm e realizzata con HumanHighWay con il contributo di Banzai, Poste e QVC, è un vero osservatorio speciale sulle trasformazioni per via digitale delle abitudini di consumo di un intero paese, dove sono 20 milioni gli italiani che almeno una volta nella vita hanno comprato online un bene e servizio e oltre 16 milioni quelli che hanno effettuato un atto d’acquisto negli ultimi tre mesi.

La ricerca

Impossibile citare tutte le statistiche di Net Retail, la cosa migliore è scaricarla (qui) e leggerla con calma. Soprattutto se si è operatori del settore (pubblicitari, marketing, e-seller) o interessati al commercio elettronico. La pubblicazione, di 80 pagine, è divisa in otto capitoli: dimensioni del retail italiano; percorso verso l’acquisto; beni e servizi acquistati; sistemi di pagamento; sistemi di consegna; soddisfazione dell’esperienza di acquisto; device utilizzati; informazione online e decisione di acquisto.

Alcuni indicatori sparsi del fenomeno Net Retail in Italia: numeri che rappresentano la crescita e le potenzialità della domanda di commercio elettronico, alla quale non sempre è data adeguata risposta in termini di offerta delle imprese. Secondo QVC, Banzai e Poste, tre operatori coinvolti nella ricerca, il tessuto imprenditoriale costituito al 99% di piccole imprese non aiuta questo tipo di retail perché troppo frammentato. Significa però che ci sono ampi spazi di crescita in molte categorie merceologiche: questione di innovazione, e anche di farsi aiutare.

Alcuni indicatori sparsi del fenomeno Net Retail in Italia: numeri che rappresentano la crescita e le potenzialità della domanda di commercio elettronico, alla quale non sempre è data adeguata risposta in termini di offerta delle imprese. Secondo QVC, Banzai e Poste, tre operatori coinvolti nella ricerca, il tessuto imprenditoriale costituito al 99% di piccole imprese non aiuta questo tipo di retail perché troppo frammentato. Significa però che ci sono ampi spazi di crescita in molte categorie merceologiche: questione di innovazione, e anche di farsi aiutare.

I canali del fenomeno Net Retail

A proposito delle dimensioni del fenomeno retail online, la ricerca promossa da Netcomm spiega molto chiaramente cosa sta succedendo. Negli ultimi sei mesi il 74,3% degli acquirenti online ha acquistato in Rete utilizzando esclusivamente il sito Web del merchant. Di recente si sta affermando una nuova modalità di acquisto a distanza, sempre online ma non sul Web bensì via App su dispositivi mobili. Tra i 15,4 milioni di acquirenti online degli ultimi tre mesi si rileva che il 20% di essi ha fatto almeno un’esperienza di acquisto utilizzando un’App su smartphone e il 13% di essi almeno un acquisto utilizzando un’App su Tablet.

canali acquisti online

In pochi casi gli acquirenti online degli ultimi mesi hanno compiuto i propri acquisti utilizzando unicamente le App dei merchant sui dispositivi mobili (l’1,2% per gli utilizzatori di tablet e l’1,7% per gli utilizzatori di smartphone). Esiste, infine, un segmento di proporzioni limitate che ha fatto esperienza di acquisto in tutte le tre modalità qui analizzate: un milione di persone caratterizzate da un’elevata frequenza di acquisto online e da importi quasi doppi rispetto alla media.

I trend

Secondo Roberto Liscia, presidente di Netcomm, che a margine dell’evento milanese ha presentato questa ricerca ai giornalisti, si può parlare di Net Retail come un’evoluzione dell’ecommerce osservato fino ad oggi e che investe i comportamenti di acquisto ad ampio spettro. Al punto che se gli acquisti online incidono per il 2% sul totale del commercio, in realtà ben il 10% dei 700 miliardi di acquisti retail è deciso informandosi sul Web.
I trend che alimentano la crescita del Net Retail sono riassumibili in cinque punti:

  • La crescente familiarità con i servizi online da parte di oltre metà della popolazione italiana maggiorenne
  • L’aumento di banda, anche se in Italia rimane molto da fare il trend è positivo e la banda larga è disponibile presso un numero crescente di famiglie e luoghi di lavoro (+93% nell’ultimo anno).
  • La diffusione dei dispositivi mobili connessi alla Rete.
  • L’offerta dei Merchant dell’online, sia in termini di varietà che di qualità del servizio offerto.
  • La qualità del sistema di trasporto e consegna dei prodotti fisici acquistati in Rete.

Alcune statistiche

Il device utilizzato influenza lo scontrino medio e la frequenza di acquisto online. In generale, si nota che gli acquirenti online da dispositivo mobile fanno acquisti più frequenti caratterizzati da un minor importo medio. L’analisi qui proposta si concentra sugli acquisti di beni fisici – non digitali – e sulle differenze di comportamento tra il segmento che compie l’acquisto da un dispositivo tradizionale e il segmento che utilizza uno Smartphone o un Tablet.

Il device utilizzato influenza lo scontrino medio e la frequenza di acquisto online. In generale, si nota che gli acquirenti online da dispositivo mobile fanno acquisti più frequenti caratterizzati da un minor importo medio. L’analisi di HumanHigWay – basata su un campione di 3.041 casi – si concentra sugli acquisti di beni fisici, non digitali, e sulle differenze di comportamento tra il segmento che compie l’acquisto da un dispositivo tradizionale e il segmento che utilizza uno smartphone o un tablet.

La pubblicazione abbonda di grafici che rappresentano diversi criteri di indagine affrontata da HumanHighWay, come la spesa media, la composizione per sesso, l’incidenza negli acquisti delle diverse tecnologie di pagamento. Si scoprono tendenze interessanti, come ad esempio che alcune categorie sono dominate dalle donne o dagli uomini. I cosmetici sono comprati per il 90,8% da eshopper di sesso femminile, mentre le categorie dal profilo tipicamente maschile sono le assicurazioni con il 90,9%. Al secondo posto per le categorie di acquisti online ci sono capi d’abbigliamento per le signore (72,3%) e il gioco online per gli uomini (76,7%). Se il valore medio dello scontrino è lo circa lo stesso tra uomini e donne (80 e 78 euro) per ogni 100 euro generato da acquirenti di sesso maschile in una data categoria le donne acquistano nella stessa merceologia 193 euro se si tratta di cosmetici o 174 euro se si tratta di gioielli.
La morale però è in effetti sempre la medesima: l’acquisto online è un’esperienza convincente per gran parte di chi ne fa uso, ha un indice di gradimento da fare invidia. Va sfruttato ancora di più.

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