Smart home: nel 2015 i primi hack

Il 2015 potrebbe essere l'anno degli hack per la smart home: lo sostengono diversi esperti, preoccupati dai pericoli di sicurezza della casa intelligente.
Il 2015 potrebbe essere l'anno degli hack per la smart home: lo sostengono diversi esperti, preoccupati dai pericoli di sicurezza della casa intelligente.

Tutti pazzi per termostati intelligenti e cucine sempre connesse: il 2015 sarà l’anno delle smart home, così come molti analisti sostengono. Ma quanto è sicura questa passione per l’informatica integrata nella casa? Secondo Andrew White, fondatore di One Million Gateways, il prossimo sarà anche l’anno degli hack e delle intrusioni non volute sui sistemi domestici.

Non è di certo una sorpresa: non appena un ritrovato tecnologico diventa di massa, o un certo trend di moda, i malintenzionati cercano di approfittarne. È così dai tempi delle prime carte di credito, lo è oggi con i pagamenti e le truffe online, lo sarà domani con i forni a microonde intelligenti e i frigoriferi connessi alla Rete. È questa la previsione di White e della sua start-up, specializzata in sistemi di pagamento digitali basati su valute virtuali, in un intervento per USA Today. Perché «i sistemi informatici sono intrinsecamente insicuri», spiega, e quindi nemmeno la smart home ne sarà esente.

«Tesoro, hai scaricato la patch di sicurezza del frigorifero?»: questa potrebbe essere nel corso dei prossimi anni la preoccupazione maggiore delle famiglie, così come spiega la stessa testata statunitense. Più gli oggetti di uso domestico si rendono intelligenti, più sono aperti agli attacchi dall’esterno. E i rischi potenziali sono molto elevati, poiché non è in gioco l’accesso a una caselle di posta elettronica o il furto delle credenziali della carta di credito, per quanto gravi. È in gioco l’inviolabilità della casa, la sicurezza del nucleo famigliare. Le telecamere intelligenti di sorveglianza, ad esempio, potrebbero essere sfruttate per spiare gli abitanti dell’appartamento a loro insaputa. I device medicali, inoltre, potrebbero essere utilizzati impropriamente per minacce, ricattando un paziente di svelare pubblicamente le proprie condizioni di salute. E che dire di cassette di sicurezza o serrature digitali, che potrebbero essere manomesse da ladri ben organizzati per facilitare i furti.

Una simile prospettiva è forse catastrofica rispetto alla portata reale degli strumenti della smart home, un mercato oggi solo agli albori. Ma non va di certo sottovalutata, così come spiega Scott Morrison di CA Technologies, nel sottolineare come più ci si apra all’esterno, maggiori sono i pericoli. È molto improbabile, tuttavia, che inizialmente le famiglie siano sottoposte a minacce particolarmente gravi. In un primo step, così come sottolineano gli esperti, entreranno in gioco gli hacker, che produrranno virus mediamente innocui o sfrutteranno bug nel codice per inviare messaggi ripetitivi o noiosi, solo per dimostrare alle società produttrici le falle nei sistemi e aiutarle a chiuderle. Solo più avanti arriveranno i cracker veri e propri, pronti a far razzia di dati personali e altri informazioni sensibili.

Come già spiegato, quello ipotizzato rimane al momento solamente uno scenario teorico, anche in termini forse fin troppo enfatizzati, che non è detto sia destinato ad avverarsi. Non vi è motivo, di conseguenza, di limitare i propri acquisti orientati alla smart home, è sufficiente prestare attenzione a quel che si acquista. Affidarsi a marchi famosi nel settore, o a società che forniscono di frequente aggiornamenti, dovrebbe allontanare gran parte dei rischi.

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