Si stringe la morsa su Google Print

Una nuova denuncia, proveniente dalla Association of American Publishers, va ad inguaiare il progetto di Google volto alla digitalizzazione dei libri conservati nelle biblioteche. E' ormai la seconda denuncia raccolta ed il momento è ora delicato
Una nuova denuncia, proveniente dalla Association of American Publishers, va ad inguaiare il progetto di Google volto alla digitalizzazione dei libri conservati nelle biblioteche. E' ormai la seconda denuncia raccolta ed il momento è ora delicato

Non c’è pace per Google Print: il servizio si conferma il più tribolato uscito dalle officine Google raccogliendo una ennesima importante denuncia proveniente dalla Association of American Publishers. Il motivo del contendere è specificatamente nell’iniziativa della digitalizzazione dei libri conservati nelle biblioteche (non quelli consegnati spontaneamente dagli autori al motore) ed uno dei principali motivi della disputa concerne una diversità di vedute circa l’opportunità dell’utilizzo della codifica ISBN. E’ questa la seconda importante denuncia raccolta, dunque, dopo la precedente disavventura legata alla Authors Guild, nome in grado di accumunare 8000 autori contrari all’operato di Google.

Sono dunque giorni importanti per il progetto di Google: presso la Frankfurt Book Fair i responsabili di Mountain View incontreranno in un faccia a faccia Jean-Noël Jeanneney, colui che ha inaugurato la prima polemica ed ha lanciato poi un progetto parallelo ed alternativo (la polemica, nata per motivi ideologici, si è oggi però spostata sul piano del rispetto del copyright); nel contempo arriva la seconda denuncia: AAP ha voluto discutere con Google prima di appoggiare la prima iniziativa legale di Authors Guild, ma in seguito all’insuccesso del tavolo delle trattative la denuncia in separata sede è scattata; nel frattempo Yahoo! ha colto le difficoltà della concorrenza e si è lanciata, non senza le opportune precauzioni, nello stesso settore.

Vista l’importanza del momento, Google mette in campo tramite il proprio blog ufficiale un lungo intervento firmato dal CEO Eric Schmidt e prelevato direttamente da un’intervista al Wall Street Journal. Schmidt spiega l’importanza di un motore che indicizzi quanto conservato nei libri, spiega il meritevole obiettivo nel mirino, illustra i vantaggi per autori ed editori. Soprattutto, Schmidt respinge le denunce e cerca nel dialogo una soluzione al problema: a prescindere dal successo o meno delle iniziative legali in corso, è chiaro che d’ora in poi per Google il servizio offrirà più problemi che soddisfazioni.

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