MySpace vince contro uno spammer

Dopo una querelle legale durata un anno, MySpace ha ottenuto una sentenza contro Stanford Wallace accusato di aver attuato politiche di phishing sull'ormai celebre social network. Intanto MySpace lancia una nuova piattaforma per gli annunci pubblicitari
Dopo una querelle legale durata un anno, MySpace ha ottenuto una sentenza contro Stanford Wallace accusato di aver attuato politiche di phishing sull'ormai celebre social network. Intanto MySpace lancia una nuova piattaforma per gli annunci pubblicitari

Il social network MySpace ha da poco vinto una causa legale contro Sanford Wallace, il re dello spamming. Conosciuto anche come “Spamford”, l’uomo era stato accusato circa un anno fa dal portale per aver inviato in maniera reiterata messaggi non autorizzati né richiesti a numerosi utenti di MySpace. La sentenza della corte statunitense conclude così una diatriba iniziata circa un anno fa, periodo in cui Wallace non si è dimostrato particolarmente interessato a far valere le proprie ragioni.

Nel marzo del 2007 MySpace aveva infatti mosso causa al re dello spamming, accusandolo di aver inviato messaggi email tesi a sottrarre i dati di accesso di numerosi profili presenti sul portale e di aver inoltrato decine di migliaia di messaggi spazzatura agli utenti del social network. Stando ai dati forniti dalla Corte Distrettuale della California centrale, incaricata di seguire il caso, Wallace sarebbe stato invitato in più di una occasione a documentare la propria innocenza dinanzi al magistrato e ai legali nominati da MySpace. Adducendo numerose scuse, tra cui l’impossibilità di reperire un avvocato o la documentazione necessaria, “Spamford” avrebbe cercato in ogni modo di rallentare il processo e allontanare, così, il giorno della probabile sentenza a suo sfavore.

Dopo aver seguito per molti mesi una politica aperta e accomodante, la Corte ha infine ceduto provvedendo a emettere una sentenza d’ufficio: «È responsabilità della difesa rispondere e obbedire agli ordini del tribunale ed evitare tattiche tese a dilatare i tempi del processo. Tenuto conto di queste motivazioni, la soluzione appropriata è una sentenza d’ufficio. La Corte ritiene che la disobbedienza di Wallace sia dovuta a ostinazione, colpa o malafede. Wallace ha avuto tutte le opportunità per evitare una decisione d’ufficio. Egli non ha mai fornito spiegazioni per il suo comportamento alla Corte». Un nuovo duro colpo per il re dello spamming, che potrebbe essere costretto a pagare un risarcimento molto corposo.

Intenzionato a fornire un miglior servizio di advertising, possibilmente lontano dai messaggi promozionali indesiderati forniti per mesi da Sanford Wallace, MySpace offrirà agli utenti la possibilità di partecipare a un nuovo progetto per la pubblicità online basato sulle informazioni contenute nei loro profili. Una volta attivata, la funzione HyperTargeting provvederà a scansionare i dati presenti nei profili personali di MySpace, classificando così gli utenti in specifiche categorie utili per gli inserzionisti interessati ad affinare maggiormente l’efficacia e il target dei loro annunci pubblicitari. Memori delle polemiche nate intorno al sistema di advertising di Facebook, gli sviluppatori di MySpace hanno provveduto a rendere del tutto opzionale la nuova funzione HyperTargeting che, nei primi test preliminari, si sarebbe dimostrata particolarmente efficace con un aumento del 300% dei click sulle pubblicità da parte degli utenti.

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