Steve Wozniak difende Kim Dotcom

Steve Wozniak difende Dotcom e il progetto Megaupload paragonandolo a un'autostrada: nessuno la chiuderebbe solo per qualche automobilista scorretto.
Steve Wozniak difende Dotcom e il progetto Megaupload paragonandolo a un'autostrada: nessuno la chiuderebbe solo per qualche automobilista scorretto.

Il co-fondatore di Apple Steve Wozniak ha preso le difese di Kim Dotcom, ex-proprietario del famoso portale di file sharing Megaupoload agli arresti domiciliari per le note vicende dei mesi passati, sostenendo che con le loro accuse gli Stati Uniti stanno soltanto minacciando l’innovazione portata da internet. C’è da dire che Wozniak e Kim Dotcom sono in buoni rapporti: lo dimostrano le e-mail che continuano a scambiarsi ogni giorno e la foto che hanno scattato insieme soltanto nei giorni scorsi. Non per questo però il parere di Wozniak deve essere visto per forza di parte, ma può invitare a una importante riflessione.

«Quello che hanno fatto alla sua vita è ridicolo. Sono in molti a sostenerlo, il governo degli Stati Uniti cammina su una superficie molto sottile», dice il co-fondatore di Apple in una intervista telefonica e che ha poi paragonato Megaupload a una sorta di autostrada, e coloro che hanno condiviso in maniera illegale film e file musicali come automobilisti multati per eccesso di velocità. E nessuno chiuderebbe un’autostrada soltanto perché qualcuno commette infrazioni di questo tipo.

Wozniak precisa: la gente deve pagare per i contenuti protetti da copyright, ma questo non significa che per farlo bisogna attaccare internet. La rete deve essere aperta e libera, chiudere siti come Megaupload non è la soluzione. Fenomeni come questo sono inarrestabili, e tentare di fermarli vuol dire soltanto farsi tanti nemici. Meglio trovare alternative, bloccare chi fa un cattivo utilizzo di strumenti che invece venivano utilizzati da milioni di persone non per compiere atti illegali.

Non a caso, Steve Wozniak è uno dei membri sostenitori della Electronic Frontier Foundation, organizzazione senza scopo di lucro che si è posta l’obiettivo di recuperare i dati degli utenti memorizzati su Megaupload congelati dopo la chiusura del sito e l’arresto di Dotcom. Wozniak specifica infine che se ci fossero prove sufficienti si schiererebbe anche lui contro l’amico Dotcom senza particolari problemi: ma il fatto è che, a suo dire, oggi non esistono elementi validi per cambiare radicalmente la propria posizione.

La tesi delle autorità statunitensi, insomma, secondo Steve Wozniak non convince.

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