Microsoft.com gira su Linux?

Da alcune ore gira notizia secondo cui Microsoft per ovviare ai continui dDos abbia ceduto ed abbia fatto spostare i DNS verso un server Linux su cui sarebbe ospitato microsoft.com. La verità, però, è un'altra.
Da alcune ore gira notizia secondo cui Microsoft per ovviare ai continui dDos abbia ceduto ed abbia fatto spostare i DNS verso un server Linux su cui sarebbe ospitato microsoft.com. La verità, però, è un'altra.

“The site www.microsoft.com is running Microsoft-IIS/6.0 on Linux”. Questa è la frase che chiunque può leggere interrogando NetCraft.com – il sito che monitora e controlla le attività di molti server sparsi sul World Wide Web – su quale server gestisce il sito principale di casa Microsoft.

Ciò è bastato per far diffondere la notizia secondo cui il sito Microsoft.com sarebbe ospitato su server Linux per ovviare ai problemi causati dai continui attacchi al server, compromettendo e mettendo a rischio soprattutto sistemi quali Windows Update. Affidandosi a Linux, secondo la leggenda delle ultime ore, Microsoft avrebbe così risolto i suoi problemi, e sarebbe in corso il cambio dei DNS.

La verità, come era facile prevedere, è un’altra. Il colosso di Bill Gates si è affidato alla società di content providing Akamai per poter sfruttare il suo sistema multiplexing e di caching in grado di ovviare ai problemi dei dDos (distribuited Denial of service): le chiamate al server giungono ai server di Akamai, basati su sistemi Linux, ma poi vengono subito dirottati verso i server di Microsoft, basati su sistemi Windows 2003, consentendo così al sistema di reggere maggiormente ad attacchi di una certa pericolosità.

È questo il motivo per cui indagando sul server di Microsoft.com si viene ad identificare un server Linux: la chiamata viene girata su un altro server diverso dall’originale, in modo da non andare a colpire Microsoft.com il quale, in verità, gira correttamente su IIS/6.0. La verità è svelata, anche se rimane la curiosità di vedere la principale casa produttrice di software affidarsi ad un sistema esterno basato su Linux, il suo principale concorrente nel campo dei server.

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