ICANN, liberi tutti!

L'istituzione a controllo della Rete ha da poco approvato il progetto per liberalizzare l'utilizzo dei domini online. La decisione rivoluzionerà Internet e consentirà a società, privati e istituzioni di attivare domini unici e personalizzati
L'istituzione a controllo della Rete ha da poco approvato il progetto per liberalizzare l'utilizzo dei domini online. La decisione rivoluzionerà Internet e consentirà a società, privati e istituzioni di attivare domini unici e personalizzati

Internet si appresta a vivere una nuova importante rivoluzione. L’ICANN, l’istituzione deputata al controllo e all’armonizzazione dell’espansione della Rete, ha da poco approvato all’unanimità un progetto per estendere il numero di domini disponibili a partire dal 2009. Entro pochi mesi, dunque, la rigida politica applicata fino ad ora dall’ente di controllo sugli indirizzi del Web sarà destinata a tramontare, lasciando così lo spazio al nuovo corso che prevede una vera e propria liberalizzazione nell’adozione dei domini.

Istituzioni, società e singoli stati nazionali avranno presto la possibilità di attivare nuovi domini meno criptici rispetto agli attuali e maggiormente calibrati sulle singole esigenze. Gli indirizzi Internet potranno dunque terminare, per esempio, con i nomi delle città, i marchi delle aziende o con parole maggiormente generiche riconducibili all’attività del soggetto cui saranno riferite. Un portale specializzato negli incontri online potrà dunque attivare un dominio “.love”, oppure una grande società dell’informatica potrà puntare maggiormente sul proprio brand sfruttando il dominio “.ibm”, e ancora una città potrà decidere di adottare un dominio con il proprio nome per essere maggiormente riconoscibile online, come ad esempio “.paris”.

Per evitare confusioni e sovrapposizioni, fino ad ora l’ICANN aveva adottato una politica estremamente rigida nell’assegnazione dei nuovi domini, cercando di limitarne al massimo il numero. La rapida crescita della Rete e l’esaurimento delle combinazioni possibili per la creazione di nuovi indirizzi, hanno infine spinto i membri dell’ICANN a riconsiderare le loro politiche, optando per una strategia maggiormente aperta e attenta alle numerose istanze degli internauti.

I primi domini appartenenti al nuovo corso potrebbero essere approvati già nel corso del 2009 a un costo medio di 100.000 dollari per ogni nuovo top-level domain. Per disincentivare un numero eccessivo di richieste, l’ICANN ha deciso di imporre un costo relativamente alto per l’attivazione dei nuovi domini, cercando di scongiurare la nascita di una vera e propria babele di indirizzi estrosi e fantasiosi online.

Una volta ottenuta l’attivazione, i proprietari dei nuovi domini avranno la possibilità di vendere a terzi nuovi indirizzi basati sul top level domain, proprio come avvenuto fino ad ora con i tradizionali domini. L’ICANN avrà ora il compito di elaborare una serie di regole e procedure per l’attivazione dei nuovi indirizzi Internet, così da poter accogliere le prime richieste a partire dai mesi di aprile e maggio del 2009. Stando alle prime informazioni, l’istituzione avrà poi da tre a quattro mesi di tempo per vagliare le richieste e comunicarne l’eventuale approvazione. Il costo complessivo dell’operazione dovrebbe oscillare tra i 10 e i 20 milioni di dollari, cifre recuperate attraverso i costi di attivazione applicati alle domande dei richiedenti.

Per evitare confusioni e sperequazioni, l’ICANN manterrà pieno potere decisionale in materia dei nuovi domini. Nel valutare se accettare o meno le nuove richieste, l’istituzione della Rete terrà in considerazione alcuni specifici requisiti. I nuovi domini non dovranno violare i diritti di alcun soggetto giuridico, non potranno essere eccessivamente simili a top level domain già attivi e non dovranno minare la moralità o l’ordine pubblico. Al momento i prerequisiti sembrano essere particolarmente generici, ma con l’approvazione dei regolamenti e delle nuovo procedure per l’attivazione, i richiedenti avranno la possibilità di ottenere informazioni maggiormente dettagliate e circostanziate.

Mentre a Parigi la conferenza dell’ICANN determinava il futuro prossimo della Rete, un gruppo di pirati informatici dalla Turchia è riuscito a introdursi nei siti Web dell’istituzione compiendo un DNS hijacking da manuale, che ha anche coinvolto il sito della IANA (Internet Assigned Numbers Authority). I visitatori dei due siti istituzionali sono stati così dirottati su una pagina ospitata dal servizio Atspace.com. Il fenomeno ha interessato tutte le versioni dei principali portali di ICANN e IANA e si è protratto per alcune ore nel corso della giornata di ieri.

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