Moige: una campagna contro i pericoli del Web

Prende oggi il via la campagna informativa 'Non cadere nella rete! Cyberbullismo e altri pericoli del web'. Fortemente voluta da Moige, l'iniziativa intende informare ragazzi, genitori e insegnanti sui pericoli derivanti dall'utilizzo di Internet
Prende oggi il via la campagna informativa 'Non cadere nella rete! Cyberbullismo e altri pericoli del web'. Fortemente voluta da Moige, l'iniziativa intende informare ragazzi, genitori e insegnanti sui pericoli derivanti dall'utilizzo di Internet

Il tempo dedicato alla navigazione sulla grande rete è in costante crescita, così come i pericoli nascosti tra i suoi meandri, con particolare riferimento ai portali di social networking. Nasce così la campagnaNon cadere nella rete! Cyberbullismo e altri pericoli del web‘, promossa dal Moige in collaborazione con la Polizia delle Comunicazioni – Ministero dell’Interno, con il contributo di Symantec e il patrocinio del Ministero dello Sviluppo Economico. L’iniziativa, che ha preso il via a Roma in data odierna, coinvolgerà studenti e insegnanti di 28 scuole medie inferiori e migliaia di studenti, genitori compresi.

Si tratterà in sostanza di incontri didattici condotti all’interno delle aule scolastiche da esperti Moige con la partecipazione di agenti della Polizia delle Comunicazioni, entrambi occupati a parlare e confrontarsi con ragazzi, genitori e insegnanti sul tema della sicurezza informatica e a dispensare utili consigli su come utilizzare le potenzialità offerte dalla grande rete, pur rimanendo al contempo al riparo dai potenziali rischi. È proprio una ricerca condotta per conto del Movimento da parte del gruppo SWG a porre i risultati in bella vista: nonostante oggi genitori e studenti siano più consapevoli di un tempo delle minacce del Web, rimane scarsa la conoscenza delle tecnologie esistenti per evitarle.

Partendo da un campione composto da genitori e figli di età tra gli 11 e i 15 anni, nonché insegnanti di scuole medie inferiori, l’indagine ha evidenziato come il Web sia divenuto un mezzo sempre più utilizzato dai minori, sia a casa sia che a scuola: il 52% dei figli si connette ogni giorno, con una frequenza media di utilizzo della rete superiore a 5 giorni la settimana, mentre l’80% degli insegnanti si trova a lavorare in istituti che offrono agli studenti ampie possibilità di accedere alla rete.

Vince per popolarità l’Instant Messaging, utilizzato dal 63% dei ragazzi, superando con un certo distacco le sinora popolarissime email, utilizzate oggi dal 43% dei giovani. Aumentano così i timori di genitori e insegnanti in merito ai rischi correlati alla grande rete: mentre il 64% dei genitori dichiara di controllare le attività svolge online dai propri pargoli e solamente il 19% afferma di affiancarlo durante la navigazione, l’83% di essi teme che quest’ultimi possano imbattersi in siti con contenuti a loro inadatti, che possano venir contattati da malintenzionati o pedofili(55%) oppure che il Pc domestico possa essere infettato da virus informatici (36%).

L’elemento più rilevante rimane infine il dialogo. Il 97% dei genitori e il 95% degli insegnanti ha dichiarato di aver dato dei consigli ai ragazzi su come usare correttamente la rete: non visitare i siti pornografici o dai contenuti inadatti, evitare la comunicazione con gli sconosciuti e non rivelare informazioni personali. Nonostante la diffusa preoccupazione, il 41% dei genitori dichiara di non aver però dotato il Pc domestico di un sistema di sicurezza con filtri di controllo (parental control).

Rimane inoltre elevato l’allarme pedofilia; secondo i dati diramati della Polizia delle Comunicazioni, dal 1997 ad oggi si contano 38 arresti, 4.465 persone denunciate e 3.978 perquisizioni. Sono inoltre ben 293.204 i siti costantemente monitorati dalla Polizia italiana, che ha contribuito alla chiusura di 177 siti in Italia e ne ha segnalato 10.977 all’estero. A tal proposito ha fatto discutere la notizia appena giunta dagli Stati Uniti, secondo cui un diciannovenne di nome Codey R. Hawks sarebbe stato arrestato con l’accusa di aver abusato di un ragazzino conosciuto un anno fa tramite il network Live della Xbox 360.

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