Crackato l'algoritmo delle gift card Apple

Vouchers che danno diritto ad una spesa di 200 dollari su iTunes vendute a 2 dollari. Cracker cinesi hanno scoperto il funzionamento dell'algoritmo alla base dei codici delle gift card di Cupertino e ora ne hanno immessi a migliaia sul mercato nero
Vouchers che danno diritto ad una spesa di 200 dollari su iTunes vendute a 2 dollari. Cracker cinesi hanno scoperto il funzionamento dell'algoritmo alla base dei codici delle gift card di Cupertino e ora ne hanno immessi a migliaia sul mercato nero

Sono ormai sei mesi che sullo store online cinese Taobao sono in vendita gift card Apple crackate a prezzi bassissimi. Si tratta di piccole card prodotte da Cupertino contenenti un codice che se immesso nell’iTunes Store vale come un buono acquisto per una certa cifra. Naturalmente esistono gift-card diverse con prezzi diversi.

Una volta scoperto l’algoritmo che sta alla base della generazione di quei codici speciali contenuti nelle gift card se ne possono generare a piacimento e l’iTunes Store non si accorgerà della differenza tra codici reali e codici fasulli. Così su Taobao sei mesi fa sono comparse gift card da 200 dollari in vendita all’equivalente di 47 dollari e con il tempo la concorrenza di altri cracker ha fatto scendere quei prezzi fino agli attuali 2 dollari.

Il funzionamento lo ha svelato Outdustry, una società che fa consulenza per l’industria musicale ed è specializzata in affari cinesi. Secondo la fonte basta scegliere un venditore Taobao, contattarlo via instant messenger, parlarci, versare la somma tramite Alipay (il sistema di pagamento più usato) per ricevere indietro il codice.

La cosa più sorprendente è che anche il padrone di Taobao (società per il 40% di proprietà di Yahoo) non si è vergognato di dichiarare: «Facciamo sempre più soldi perchè aumentano i clienti. Paghiamo hackers cinesi per generare i vouchers, non so se ce ne siano anche su eBay». Secondo Ars Technica ce ne sono anche su eBay statunitense. Tra le altre cose i codici consentono anche a utenti non residenti negli Stati Uniti di “comprare” brani, giochi e video riservati al solo mercato domestico.

Apple, che a causa delle lunghe trattative ancora non ha lanciato l’iPhone sul mercato cinese, non ha commentato l’accaduto ma sembra scontato che cambierà molto presto l’algoritmo alla base dei codici.

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