eBay non potrà vantare prezzi migliori

Ad eBay è stata vietata l'affissione di una cartellonistica indicante prezzi ridotti del 25% rispetto a quelli dei negozi della High Street. L'origine del blocco è nella natura del calcolo, basata su dati medi ed in grado di fuorviare il giudizio
Ad eBay è stata vietata l'affissione di una cartellonistica indicante prezzi ridotti del 25% rispetto a quelli dei negozi della High Street. L'origine del blocco è nella natura del calcolo, basata su dati medi ed in grado di fuorviare il giudizio

«Guess what? 25% cheaper than the high street on brand new items»: con questo slogan eBay ha tentato di portare per le strade un proprio cartellone pubblicitario indicante come i prezzi praticati sul marketplace online fossero del 25% più convenienti rispetto a quelli praticati sulla High Street. Il messaggio, però, non è passato: le autorità di controllo hanno bloccato la pubblicità a priori, manifestando dubbi sulla regolarità del testo.

In discussione vi sono aspetti sostanziali ed aspetti formali. Gli aspetti sostanziali riguardano il raffronto dei prezzi, con una percentuale di guadagno che, a detta della Advertising Standards Authority (ASA), sarebbe immotivata. eBay contesta il blocco spiegando come il dato fosse derivato da una ricerca indipendente del 2008 che raffrontava beni omologhi: 288 prodotti in tutto per un risultato finale pari al 25% di differenza tra il marketplace online e la strada. Secondo l’ASA, però, il confronto non sarebbe del tutto regolare poiché è evidente come le differenze di prezzo siano commisurabili anche nel contesto stesso della sola High Street, e che quindi il dato finale possa essere il risultati di casualità o addirittura di manipolazione. Confrontare eBay con la media dei prezzi dei negozi tradizionali, insomma, non sarebbe un processo lineare poiché scontistica e concorrenza potrebbero invece proporre prezzi più bassi nella realtà offline che non in quella online.

La questione formale è nel modo in cui il claim è formulato: secondo l’autorità di controllo la promessa a livello generale può essere vera soltanto per casi specifici, ma lo stampato non rende chiara la cosa così come non rende evidente la fonte del dato. Il raffronto, insomma, sarebbe irregolare e di qui ne è scaturita la decisione di vietare la pubblicità.

Tutto ciò avviene a poche ore dalla consegna dei dati trimestrali del gruppo eBay. Le attese sono all’insegna del pessimismo, anche se l’occasione può essere buona per avere nuove delucidazioni circa le recenti attività di ristrutturazione interna che il gruppo avrebbe avviato a partire da Skype.

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