France Telecom al 23esimo suicidio

23 suicidi in 19 mesi. France Telecom è costretta a fare i conti con l'ennesima tragedia ricollegata alle pressioni subite sul posto di lavoro. E mentre la base contesta la posizione del CEO, il partito di Sarkozy difende i vertici del gruppo
23 suicidi in 19 mesi. France Telecom è costretta a fare i conti con l'ennesima tragedia ricollegata alle pressioni subite sul posto di lavoro. E mentre la base contesta la posizione del CEO, il partito di Sarkozy difende i vertici del gruppo

France Telecom dovrà probabilmente utilizzare argomentazioni più forti rispetto a quelle impugnate fino a pochi giorni or sono. Un nuovo suicidio, infatti, va a macchiare l’immagine del gruppo scandendo una serie incredibile di lutti legati in qualche modo all’ambiente di lavoro del gruppo transalpino. L’ultimo lutto è relativo ad un uomo 51enne, gettatosi nel vuoto ad Annecy (Alta Savoia): la lettera di addio alla famiglia ricollega il tragico gesto al clima respirato sul posto di lavoro, lasciando tracce inequivocabili del coinvolgimento di France Telecom nella difficile situazione di vita dell’uomo.

Per France Telecom la situazione si fa imbarazzante poiché trattasi della 23esima vittima nell’arco di appena 19 mesi. Le agenzie attribuiscono questa tragica catena alla situazione pesante vissuta nei corridoi del gruppo da due anni a questa parte, periodo nel quale si sarebbero già registrate oltre 20 mila “dimissioni volontarie” in seguito alle pressioni esercitate dall’azienda. Da tempo i sindacati chiedono diverse condizioni di lavoro per i dipendenti, denunciando la difficile situazione attuale, ma sono stati soprattutto i suicidi a posare l’attenzione delle cronache su quanto sta succedendo in conseguenza del piano di ristrutturazione aziendale.

Alla luce dell’ultimo suicidio suonano come un tragico paradosso le parole pronunciate nei giorni scorsi dal CFO del gruppo, Gervais Pellissier: «Oggi, le persone che lavorano nel mondo degli affari, qualsiasi sia la loro posizione lavorativa, CEO o impiegati di promo o secondo livello, sono sempre connesse. […] Quando eri un dipendente di medio livello in una grande corporation 15 anni fa, non avevi alcun telefono cellulare o computer a casa. Quando tornavi a casa il lavoro rimaneva fuori dalla tua vita». La colpa del tutto, insomma, sarebbe stata riposta sui ritmi di lavoro imposti dai tempi moderni, dalla pioggia di email e da smartphone che non interrompono mai la durata della giornata lavorativa. Scaricando la colpa sulle tecnologie, però, Pellissier non ha apportato nulla di nuovo alla discussione ed anzi le parole diventano oltremodo pesanti già a distanza di poche ore.

Il CEO di France Telecom, Didier Lombard, si sarebbe recato rapidamente nella filiale ove era occupato il dipendente suicida, assicurandosi di riavviare immediatamente i contatti con i sindacati per ottemperare alla richiesta del Ministro del Lavoro, Xavier Darcos, il quale ha imposto una rapida accelerazione alle manovre di «prevenzione dei rischi psicosociali» per limitare una situazione apparentemente fuori controllo. Accolto dai fischi dei dipendenti, Lombard si sarebbe detto profondamente scosso dall’accaduto.

Mentre l’opposizione di governo chiede immediate dimissioni del CEO France Telecom, il leader dell’UMP del presidente Sarkozy, Xavier Bertrand, getta invece un pesante macigno sul dibattito: «Le dimissioni di Lombard non sono all’ordine del giorno. Tutti i manager devono abituarsi alla possibilità di soffrire sul posto di lavoro e il suicidio è tra le cose da mettere in conto».

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