Email? Roba per vecchi

Una ricerca ComScore lo dimostra: l'email è amata solo dagli anziani. I giovani preferiscono SMS, chat e social network.
Una ricerca ComScore lo dimostra: l'email è amata solo dagli anziani. I giovani preferiscono SMS, chat e social network.

La repentinità del cambiamento in Internet farebbe impallidire anche gli evoluzionisti più incalliti. Nessuno, però, avrebbe mai pensato che l’email, lo strumento di comunicazione più diffuso in Rete, fosse una questione da vecchi. Pare, infatti, che ormai la posta elettronica attiri solo gli “over”, in particolare gli ultrasessantenni, mentre i giovani preferiscano di gran lunga chat e social network.

Son passati ben 12 anni da quanto Tom Hanks e Meg Ryan incantavano il mondo con il loro rapporto epistolare via mail in “C’è post@ per te“. Ai tempi, le mail erano considerate lo strumento giovane per eccellenza, il metodo più fresco per comunicare, evitare noiose file burocratiche e, addirittura, la modalità alla moda per inviare ringraziamenti, inviti e auguri. Oggi, invece, la posta elettronica dimostra tutta la sua obsolescenza e, a quanto emerge, diventa amica di chi è sempre stato a digiuno di informazione digitale.

Lo dimostra chiaramente una recente ricerca ComScore, che sottolinea una costante e inesorabile caduta dell’uso dell’email per gli utenti al di sotto dei 54. Caduta controbilanciata, però, da una forte crescita fra gli over 55. Addirittura nella fascia dei nativi digitali, cioè coloro venuti al mondo quando Internet era già una realtà consolidata, l’email tocca il picco negativo del -48%. Le classi di età successive dimostrano un disinteresse meno marcato, ma sicuramente indicativo: fino ai 50 anni d’età, la posta elettronica cala al -10/15%. Gli ultrasessantenni, invece, salvano l’email con una crescita di quasi 20 punti percentuali.

Quali sono i motivi di questa disfatta? La risposta è molto semplice: sono sorti altri mezzi di comunicazione decisamente più veloci ed efficaci. Gli SMS, Facebook, le chat e i social network in generale garantiscono uno scambio di informazioni real time, senza troppi fronzoli, così come sostiene Lena Jenny, una diciassettenne californiana:  «Scambiare SMS è così rapido che spesso ricevo una risposta ancora prima di chiudere il telefono. L’e-mail è così macchinosa».

Si tratta di un fenomeno, questo, confermato anche dal versante opposto, ovvero dalla generazione di sessantenni che si approcciano alla Rete per la prima volta. Per loro, infatti, l’email è un punto di partenza ed è per questo motivo che tale mezzo di comunicazione trova la massima espressione proprio in questa fascia d’età.

Non è solo il medium, tuttavia, ad essere obsoleto, ma anche il linguaggio. La posta elettronica costringe ad una certa chiarezza di contenuti, mentre gli SMS e le chat favoriscono la grammatica creativa, quella utilizzata dagli adolescenti e che risulta, ai più, incomprensibile. A confermarlo è Adam Horowitz, un ventitreenne che, per lavoro, scrive centinaia di email al giorno. La sua deformazione professionale l’ha infatti estromesso dalla cerchia ristretta dei propri amici: «Quando mi inviano messaggi, usano un inglese sgrammaticato. Non ho assoluta idea di cosa stiano dicendo. Credo di essere vecchio».

Date queste rivelazioni, la mail è destinata a morire? A quanto pare sì, dovremo presto prepararci al funerale della nostra casella di posta. Fra poco più di 10 anni, infatti, gli attuali cinquantenni pro Facebook saranno i nuovi ultrasessantenni digitali. L’email, allora, sarà utilizzata solo dagli ottantenni e da quei pochi fortunati che raggiungeranno il secolo d’età.

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