La filantropia secondo Bill Gates

Bill Gates spende molto denaro per i poveri, ma è di nuovo il più ricco del pianeta. La sua definizione? Filantropia catalitica.
Bill Gates spende molto denaro per i poveri, ma è di nuovo il più ricco del pianeta. La sua definizione? Filantropia catalitica.

L’uomo più ricco del mondo ha lasciato gli uffici della sua azienda a Redmond già da qualche anno, per dedicarsi sempre più ad opere di beneficenza e filantropia destinate soprattutto alla lotta contro la povertà. Ma in un recente summit di Forbes, che l’ha di nuovo incoronato come Paperon de’ Paperoni, Bill Gates ha sorpreso tutti con un intervento originale, parlando del suo personale concetto di «filantropia catalitica». In altri termini, a volte investire in Africa contro malattie e povertà è del tutto simile all’innovazione tecnologica. E porta ai medesimi risultati.

Nel suo intervento (video) il fondatore del gruppo Microsoft descrive in sei minuti il suo originale concetto di filantropia, nient’affatto slegata dall’esperienza imprenditoriale e capitalistica, ma cambiata per sempre dopo il primo viaggio in Africa, insieme alla moglie Melinda, nel 1993. Il tutto con un incipit destinato alle biografie del futuro per un inquadramento generale della figura di Bill Gates:

Melinda e io abbiamo l’onore e la responsabilità di restituire alla società le risorse che abbiamo ricevuto, meglio che possiamo. Ma non c’è bisogno di avere un posto in una grande fondazione per avere un impatto sul mondo.

Spiega Gates nel proprio intervento, dipingendo un vero e proprio manifesto del proprio pensiero:

Io credo fortemente nel potere del capitalismo per migliorare la vita. Quando il libero mercato può operare, è agile e creativo. Si può soddisfare la domanda in tutto il mondo, svolge un ruolo centrale per aumentare il tenore di vita. […] Tuttavia, mentre il settore privato svolge un lavoro fenomenale nel soddisfare i bisogni umani tra coloro che possono pagare, ci sono miliardi di persone che non hanno chance di esprimere i propri bisogni in questa modalità. E così ne restano fuori. E mentre i mercati privati promuovono molte straordinarie innovazioni nel campo della medicina, della scienza e della tecnologia, il settore privato ancora sotto-investe in innovazione. Ci sono enormi opportunità per l’innovazione che il mercato ignora perché coloro che calcolano il rischio catturano solo un piccolo sottoinsieme dei rendimenti.

La fredda logica di Bill Gates è nota, quindi le sue parole vanno interpretate in modo più “caldo”: la questione è che l’uomo più ricco del pianeta (66 miliardi di dollari) è convinto che non solo sia giusto interessarsi dei bisogni non recepiti dai mercati, ma anche economicamente interessante. Non solo un gesto di pura generosità significativa nell’immediato, quindi.La generosità deve farsi compendio di un meccanismo di mercato che possa camminare da solo.

Così come i governi giocano un ruolo importante nel colmare il vuoto di ciò che non risponde alle domande del mercato, Gates ritiene che anche l’imprenditore privato debba avere la vista lunga:

I cicli elettorali sono brevi. Un governo è avverso al rischio, data l’ansia degli oppositori politici di sfruttarne i possibili errori. A differenza del mercato privato, il governo non è bravo a seminare innovazione: si accontenta di considerare solo i casi dal successo comprovato. Quindi, quando si esauriscono le innovazioni sulle quali le imprese e il governo sono disposti ad investire, si trova ancora un vasto spazio inesplorato di innovazione dai rendimenti fantastici. Questo spazio è una zona fertile per quella che io chiamo la “filantropia catalitica“.

Gli skills del mercato, la logica di una politica, l’assenza di oppositori: mettendo assieme questi tre elementi, la filantropia à la Gates potrebbe rappresentare un modello di innovazione basata sul privato che non ha bisogno di un immediato ritorno e attende invece una quota di benefici superiore. Almeno il multimiliardario americano lo spera, e fa un esempio:

Abbiamo usato i fondi della Fondazione per creare un sistema che renda le forze di mercato del lavoro a favore dei poveri: garantendo gli acquisti dalle case farmaceutiche, abbiamo incentivato un circolo virtuoso, con lo stato che introduce nuovo denaro, le aziende che hanno introdotto modelli di business sulle malattie rare o dei paesi poveri nei loro board. Grazie ad investimenti ben mirati, dal 2000 questa partnership ha immunizzato più di 250 milioni di bambini e ha impedito più di 5 milioni di morti. Presto avremo un vaccino contro la malaria, nel 2015.

Ecco il signiticato di quel “catalitica”: una funzione simile a quella di un enzima, che migliora e accellera un processo biochimico. I soldi della fondazione di Gates abbassano la soglia di plausibilità di un investimento pubblico/privato, permettendo ad altre realtà di contribuire. Il problema viene risolto e nessuno, a parte Gates, ci ha perso denaro. È il piacere di averne molto, e di poterlo usare per lasciare un segno nella storia. Restituendo quel che si è avuto.

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