Microsoft House: casa Microsoft è qui

Microsoft cambia sede e l'edificio racconta in sé tutto quel che il gruppo ambisce ad essere, a diventare e a rappresentare nel cuore di Milano.
Microsoft cambia sede e l'edificio racconta in sé tutto quel che il gruppo ambisce ad essere, a diventare e a rappresentare nel cuore di Milano.

Le case non son fatte da muri. Non le migliori, almeno. I muri sono soltanto perimetro, contenitore, forma: la casa è molto di più, ed è soprattutto nel contenuto, nella dinamica, nelle persone. La casa è vita. Di qui l’enorme significato dei dettagli che Microsoft ha voluto scegliere per la propria nuova casa: Microsoft House, Via Pasubio 21, Milano.

Microsoft House

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Microsoft nel cuore di Milano

Milano, appunto. Microsoft era già a Milano, con un ufficio di grandi dimensioni e circondato dal verde della campagna. Ampio parcheggio, servizi invidiabili, locali spaziosi e tutto quel che una grande azienda possa desiderare. Ma il gruppo ha cercato qualcosa di più, perché a cambiare è stata la stessa Microsoft. Cambiando la vocazione, e cambiando le pulsioni del gruppo, il brand ha cercato casa altrove. L’azienda ha creato un focus group, si è presa il suo tempo, infine ha deciso: il cuore di Milano, laddove la Fondazione Feltrinelli aveva ideato qualcosa di perfetto allo scopo, sarebbe stato il nido in cui cullare la nuova famiglia dei prodotti di Redmond. Ed è qui che inizia la nuova storia, in una nuova casa: la nuova Microsoft House.

Un edificio in vetro, nel cuore di Milano, significa due cose: guardiamoci, guardateci. Conosciamoci, avviciniamoci, tocchiamoci, diventiamo una realtà sola. Porte aperte, trasparenza, appuntamenti: la casa non vuole essere una vetrina, ma un luogo in cui gli amici entrano per chiedere consiglio, i dipendenti per organizzare una rapida riunione, i conoscenti per scambiare qualche parola. Un luogo di passaggio, dove si sa chi sia possibile trovare: Microsoft è lì ed è pronta ad accogliere quanti vengono a farvi visita.

Smart working in smart office

L’ufficio è studiato come diretta emanazione della filosofia dello smart working. Un ufficio-non-ufficio, quindi, nel senso che nessuno ha la sua scrivania e nessuno ha un proprio ufficio: l’edificio, semmai, è organizzato in ambiti funzionali e i dipendenti non debbono far altro che attingere alla risorsa più utile. Uffici raccolti, aree aperte, sale di networking, sale riunioni, sale di relax e molto altro ancora. La tecnologia fa da collante in ogni dove: il cablaggio in ogni tavolo è il sistema nervoso degli ambienti, i Surface Hub ne sono l’incarnazione, mentre i fogli sparsi sui tavoli e le giacche dei dipendenti appoggiate sulle sedie sono la sincope migliore nell’ordine modulare che traccia i lunghi corridoi della piramide.

Smart working come filosofia: l’ufficio non è il luogo che lega e vincola il dipendente, ma il luogo che ne esalta il ruolo all’interno della rete aziendale. Nel momento in cui Microsoft Italia ha abbracciato questo tipo di approccio, ha voluto e dovuto rimodulare l’ufficio poiché le necessità sono pesantemente mutate. Ecco quindi che la filosofia aziendale entra direttamente nei progetti dei locali, nei dettagli progettuali, nell’orientamento delle sale e nell’ordine delle varie zone.

Nel giorno in cui Microsoft cambia casa, Microsoft cambia vita. E lo vuol far sapere a tutti. La sede sarà aperta a clienti e curiosi, aziende e startup, scuole e professionisti. Il gruppo ha ora vetrine per i device e sale per dimostrare i vantaggi del cloud, ma soprattutto ha muri in vetro per fare in modo che la città possa entrare anche solo con lo sguardo e possa vedere il cuore di Redmond che pulsa.

Ecco perché cambiare sede non è cosa banale: perché non lo è quando si cambia casa. Non lo è quando si cambia vita.

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