Dell sfida il marchio Netbook

Dell ha ufficialmente chiesto all'USPTO che il trademark sulla parola 'Netbook' venga annullato. Dell sfida così la Psion ritenendo il termine di accezione comune e non difendibile a causa di una lunga serie di irregolarità che vanificano la registrazione
Dell ha ufficialmente chiesto all'USPTO che il trademark sulla parola 'Netbook' venga annullato. Dell sfida così la Psion ritenendo il termine di accezione comune e non difendibile a causa di una lunga serie di irregolarità che vanificano la registrazione

Non ci si può difendere da un trademark. Non lo si può utilizzare, se non tramite autorizzazione, e se lo si utilizza senza la necessaria licenza si incorre giocoforza nell’ostruzionismo di chi detiene i diritti ed intende farli rispettare. C’è un solo modo per difendersi da un trademark: attaccarlo, affondarlo, annullarlo. Ed è quel che sta tentando di fare Dell nei confronti del trademark più chiacchierato del momento: quello sul marchio “Netbook“.

La notizia, sebbene non sia nuova, è emersa da qualche giorno nel momento in cui la parola “netbook” è stata depennata dalla lista delle keyword possibili sul circuito AdSense. Da tempo, infatti, la Psion starebbe inviando diffide dall’uso della parola “Netbook” avanzando certificati diritti sul marchio stesso. E sebbene il gruppo spieghi di non avere intenti persecutori nei confronti di alcuno, intende comunque difendere un marchio di proprietà e regolarmente registrato e riconosciuto.

A sfidare la Psion s’è fatta avanti la Dell, gruppo potenzialmente interessato a sfruttare liberamente il marchio senza dover scendere a patti con le ambizioni della Psion. Il motivo recondito dell’iniziativa non è in realtà dato a sapersi: Dell non possiede prodotti utilizzanti “netbook” nel proprio nome e, sebbene sia pesantemente attiva nello specifico comparto, non è certo l’unico gruppo interessato. Una possibile interpretazione potrebbe essere dettata da una stringente necessità di mercato: la non-identificazione del Netbook come categoria a sé stante potrebbe aprirne la cannibalizzazione da parte di altri comparti, rendendo vani gli investimenti profusi.

Nella documentazione presentata all’USPTO (l’ufficio brevetti USA), Dell contesta una moltitudine di irregolarità nella registrazione del brand e, soprattutto, si spiega nel dettaglio il motivo per cui il marchio non possa oggi essere difeso. 20 i punti elencati da Dell a supporto delle proprie ragioni, e tra di essi v’è anche la citazione di Asus, Hewlett-Packard, Acer, Lenovo, LG Electronics, Samsung ed MSI quali gruppi a vario titolo utilizzanti la parola “Netbook” con valenza generale.

Dell, insomma, chiede ciò che in molti hanno pensato in questi mesi: la parola “netbook” è un termine d’uso comune e la registrazione risalente al 1999 non è sufficiente per accendere nell’immaginario collettivo il collegamento con un prodotto specifico. Curiosamente, segnala CNet, Dell è stata in passato dietro ad una storia similare pur se sul fronte opposto. È stata in passato proprio la Dell, infatti, a tentare di registrare il marchio “cloud computing”. La richiesta venne respinta lo scorso agosto, ed a Dell furono lasciati 6 mesi per portare avanti nuove motivazioni a supporto della propria causa. A distanza di 6 mesi, invece, Dell sembra aver dimenticato le vecchie ambizioni per avventurarsi piuttosto nella nuova battaglia contro la Psion Teklogix Inc. La quale avrà tempo fino al 30 Marzo per presentare le proprie ragioni all’USPTO.

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