Mela e Gianduia, il framework è servito

Versando del Gianduia su una mela di Cupertino è possibile fare a meno di Flash e Silverlight. L'idea Apple, infatti, è di creare una sorta di Cocoa browser-side aderente agli standard con cui far fuori i plugin a supporto del proprio rifiuto ad Adobe
Versando del Gianduia su una mela di Cupertino è possibile fare a meno di Flash e Silverlight. L'idea Apple, infatti, è di creare una sorta di Cocoa browser-side aderente agli standard con cui far fuori i plugin a supporto del proprio rifiuto ad Adobe

Gianduia non è soltanto il nome del noto cioccolato piemontese. Il nome “Gianduia” negli Stati Uniti ha ora una nuova accezione ed è qualcosa di strettamente inerente al mondo della programmazione. Da Torino a Cupertino il salto è lungo, ma anche il nome ha un suo significato: parte dal caffè “Java”, arriva al cioccolato “Cocoa” e con l’aggiunta di qualche nocciola il salto a “Gianduia” è completato. E di queste nocciole di codice si parlerà probabilmente a lungo.

Gianduia non è una novità. La prima presentazione è avvenuta da almeno un anno in occasione della WOWODC (World of WebObjects Developer Conference) ed era parso inizialmente come una semplice nuova proposta all’interno di un contesto già ricco e probabilmente saturo. Il fatto che Apple abbia adottato Gianduia, però, ha offerto alla tecnologia un importante banco di prova che a distanza di pochi mesi si fa cruciale poichè improvvisamente al centro del campo di battaglia con nomi quali Flash e Silverlight. Quel che ancora non è chiaro è quanta importanza possa avere Gianduia per Apple, quanto seriamente il gruppo creda nello sviluppo di una alternativa a Flash e fino a che punto possa diventare una nuova estesa piattaforma di sviluppo.

Gianduia è un framework «Cocoa browser-side» sviluppato in Javascript ed in aderenza agli standard. Gianduia nasce pertanto come proposta alternativa alle soluzioni chiuse e proprietarie pensate da Adobe e Microsoft, la cui adozione è però semplificata dall’assenza di plugin da installare. Apple avrebbe già usato Gianduia per prodotti quali “Genius Bar” o “One-to-one”, mettendo così il sistema alla prova ed ora ipotizzando possibili ulteriori sviluppi.

Tutto ciò va letto ed interpretato alla luce di quel che sta accadendo tra Apple e Adobe: la lettera di Steve Jobs prima (secondo cui Flash comporta bassa qualità, scarsa sicurezza ed altri problemi) e la risposta di Adobe poi (secondo cui Apple tenterebbe di creare un piccolo monopolio attorno al proprio iPhone, limitando gli strumenti di sviluppo altrui e comportandosi con pratiche anti-concorrenziali).

Cosa può fare Apple per arginare Flash e Silverlight? Poco al momento. Tuttavia Gianduia rappresenta ora una alternativa, qualcosa con cui Apple può arricchire la propria offerta agli sviluppatori e, al tempo stesso, qualcosa da portare all’antitrust USA per dimostrare come le alternative ci siano ed il rifiuto ad Adobe abbia basi tecniche solide e legittime.

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