Telecom Italia: la rabbia dei piccoli azionisti

ASATI, l'associazione dei piccoli azionisti Telecom, si dichiara molto preoccupata per la sorte del gruppo di telecomunicazioni e chiede di intervenire
ASATI, l'associazione dei piccoli azionisti Telecom, si dichiara molto preoccupata per la sorte del gruppo di telecomunicazioni e chiede di intervenire

Non si placano le polemiche sull’operazione Telefonica – Telecom Italia e a parlare questa volta è ASATI, l’associazioni che racchiude tutti i piccoli azionisti di Telecom Italia, che con un duro comunicato stampa ieri sera accusava senza mezze misure la politica italiana di miopia e di attuare una politica troppo attendista. Per ASATI, ciò che emergerebbe dall’operazione di Telefonica

è un’operazione ostile a Telecom Italia, all’azienda che va contro gli interessi del restante 78% dell’azionariato di Telecom, dei 600.000 piccoli azionisti e degli 82.000 dipendenti.

Dito puntato anche sulla classe politica italiana che non ha ancora capito la portata negativa dell’operazione. In particolare ASATI fa riferimento alle dichiarazioni del Presidente Letta che intervistato a New York, ha dichiarato

bene all’ingresso dei capitali europei in Italia

, quando però non si comprende a quali capitali si riferisca dato che nemmeno un euro entrerà in Telecom Italia. Telefonica infatti non porterà nessun capitale fresco nelle casse di Telecom Italia e dunque ASATI si chiede su quali presupposti si possa presumere un beneficio. Inoltre, all’imminente prospettiva del declassamento di Telecom Italia da parte delle agenzie di rating, il Governo continua ad attuare una politica attendista e di non decisione, senza guardare ai problemi reali del Paese.

ASATI ci tiene anche a sottolineare come il Presidente Letta abbia dichiarato più volte che la rete di Telecom Italia verrà difesa ma che ad agosto, Bassinini, presidente della Cassa Depositi e Prestiti, aveva sottolineato come nel piano triennale della cassa non c’era la parola Telecom Italia. Per ASATI, una tale posizione della Cdp avrebbe dovuto spingere il capo del Governo ad intervenire.

ASATI continua esternando la sua preoccupazione sul futuro industriale dell’azienda. Si teme che Telefonica, per risolvere la questione dell’Antitrust per i problemi in Brasile ed in Argentina, decida di dismettere parti importanti dell’azienda mettendo a rischio fino a 100.000 posti di lavori in Italia. Anatel, l’autority brasiliana, ha infatti dichiarato che se Telefonica arrivasse a possedere il 100% di Telco, diventerebbe obbligatoria la vendita di TIM Brasil.

ASATI chiede per il bene del Paese e nell’interesse dei piccoli azionisti di Telecom Italia

  • Che il Governo approvi i regolamenti attuativi per la “Golden Power” cioè i poteri speciali da utilizzare sulle aziende che operano in settori strategici
  • Che il Parlamento nomini rapidamente i componenti della Commissione di Vigilanza sulla CDP con l’obiettivo di inserire nel piano triennale della Cassa un progetto su Telecom Italia
  • Che nel CDA del gruppo del 3 ottobre si parli dell’aumento di capitale e che si arrivi alla variazione dello statuto attuale che lascia 4/5 dei consiglieri all’azionista di riferimento con una elezione proporzionale avuti in assemblea
  • Che la Consob e la Sec vigilino sull’operazione di Telefonica
  • Che l’Antitrust difenda gli investimenti dei piccoli risparmiatori

ASATI sottolinea, infine, che se questi punti non dovessero venire attuati, si attiverà presso tutte le Autorità Nazionali e Internazionali, non ultima la Magistratura e il Tribunale Europeo di Straburgo per i diritti dell’uomo, per denunciare tutti quei Consiglieri che nel corso del prossimo CDA del 3 ottobre possano ledere con le loro decisioni, supportando Telco, gli interessi di tutte le minorities, dei livelli occupazionali, anche in riferimento a tutti i dipendenti azionisti in servizio e in pensione.

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