Microsoft costretta a ballare la Samba

In seguito al procedimento giudiziario voluto dall'Antitrust Europeo, Microsoft ha messo a disposizione degli sviluppatori Open Source la documentazione dei suoi protocolli di rete. Il tutto sotto licenza GPL
In seguito al procedimento giudiziario voluto dall'Antitrust Europeo, Microsoft ha messo a disposizione degli sviluppatori Open Source la documentazione dei suoi protocolli di rete. Il tutto sotto licenza GPL

Microsoft ha ufficialmente avviato un rapporto di collaborazione con la PFIF (Protocol Freedom Information Foundation), una fondazione creata dal Software Freedom Law Center per la raccolta e la gestione di specifiche e documentazione di protocolli. Il rapporto prevede che Microsoft comunichi le specifiche dei protocolli usati da Windows Server e tutta la documentazione necessaria alla loro implementazione. Questo permetterà al progetto opensource Samba, e alla concorrenza in generale, di creare prodotti compatibili a livello di rete con i Server e i Client di casa Microsoft.

Microsoft ha dovuto aprire la documentazione in seguito alla condanna per abuso di posizione dominante che si è vista comminare al termine del processo voluto dall’ente Antitrust della Commissione Europea. La prima sentenza si ebbe già nel 2004, quando Commissario europeo per la Concorrenza era l’italiano Mario Monti. Tuttavia Microsoft è stata formalmente costretta solo il 17 settembre scorso, quando la sentenza di appello imponeva a Microsoft l’inizio della collaborazione con la concorrenza, da cui è scaturito l’accordo con la PFIF.

I protocolli che Microsoft ha aperto riguardano soprattutto la condivisione di file e stampanti, oltre all’autenticazione e agli altri servizi offerti dai server Active Directory. Dalla conoscenza di questi dati trarrà vantaggio soprattutto Samba, il progetto opensource nato in grembo a Linux, e poi adottato anche da BSD e MacOSX, per permettere l’accesso alle risorse condivise dagli ambienti Windows. Samba deriva il suo nome dal protocollo SMB (Server Message Block), uno dei protocolli usati da Windows per gestire gli accessi alle risorse condivise. Ben presto Samba ha superato la semplice condivisione file e si è evoluto fino a poter gestire servizi avanzati e mettendosi in concorrenza con il Windows Server di Microsoft.

Finora Samba è stato sviluppato principalmente tramite il reverse enginering, per lo più catturando pacchetti di rete e ricostruendo le fasi e i messaggi del protocollo dalla loro analisi. L’apertura della documentazione semplifica notevolmente il lavoro del team di sviluppo.

Andrew Tridgell, tra i negoziatori dell’accordo e più noto per essere il papà di Samba ha dichiarato: «Siamo felici di avere accesso alle informazioni tecniche necessarie per continuare lo sviluppo di Samba come Software Liberto. Anche se siamo un po’ delusi che la decisione non riguardi i brevetti che Microsoft rivendica sul protocollo, è una grande vittoria per la Commissione Europea e per l’applicazione delle leggi antitrust. Questo accordo permette a noi di tenere Samba aggiornato con i recenti cambiamenti introdotti in Microsoft Windows, e aiuta tutti gli altri progetti di Software Libero che hanno bisogno di interagire con Windows».

Scendendo più nei dettagli, l’accordo prevede che la fondazione PFIF paghi a Microsoft 10.000 Euro una tantum per accedere ai documenti. Sarà quindi la PFIF a comunicare agli sviluppatori che ne facessero richiesta le specifiche di loro interesse. Le specifiche saranno rilasciate secondo la licenza GPL, usata per l’appunto anche da Samba. La PFIF dovrà comunque rispettare l’obbligo di non-disclosure e comunicare effettivamente solo la documentazione richiesta per lo sviluppo. L’accordo prevede inoltre che Microsoft renda disponibile la lista dei brevetti che riguardano i suoi protocolli: a tale lista è definitiva e non potrà essere estesa con nuovi brevetti. La presenza di questo elenco non tutela i diretti interessati da eventuali violazioni dei brevetti indicati. Questo significa che gli sviluppatori dovranno stare alla larga dalle implementazioni già utilizzate da Microsoft e che dovranno trovare delle soluzioni alternative.

L’accordo rappresenta una pietra miliare e un precedente che non potrà non influenzare il futuro della libera concorrenza e del rapporto tra software proprietario e software libero.

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