Oracle vuole 2.6 miliardi di dollari da Google

Oracle ha esplicitato le richieste nei confronti di Google: vuole 2,6 miliardi di dollari come indennizzo per le violazioni da parte del colosso del web.
Oracle ha esplicitato le richieste nei confronti di Google: vuole 2,6 miliardi di dollari come indennizzo per le violazioni da parte del colosso del web.

Lo battaglia tra Oracle e Google prosegue e giungono nuove informazioni sulle accuse mosse dalla società di Redwood nei confronti del colosso delle ricerche online: secondo quanto ufficialmente dichiarato dal gruppo in una nota, infatti, la richiesta di risarcimento ammonta a ben 2,6 miliardi di dollari.

La vicenda affonda le proprie radici nella scoperta di alcune violazioni da parte di Google: in particolare, la società di Mountain View avrebbe utilizzato tecnologie brevettate da Sun, acquisita poi da Oracle, per l’implementazione di una Java virtual machine all’interno della piattaforma Android. Da tale violazione Google avrebbe tratto un importante vantaggio, potendo offrire ai propri utenti un sistema operativo mobile dotato di funzionalità di primo piano, ed è proprio su questo punto che Oracle sembra voler far leva.

La cifra richiesta ai giudici come risarcimento nel caso in cui Google dovesse essere ritenuta colpevole sarebbe poi divisa in due parti: Oracle richiede infatti una cifra compresa tra il miliardo ed il miliardo e mezzo di dollari in contanti, il resto invece come percentuale dei ricavi provenienti dall’advertising nel mondo Android (tra il 10 ed il 15 percento). Secondo quanto dichiarato da un portavoce della società nelle scorse settimane, le violazioni dei brevetti Oracle sarebbero avvenute in seguito ad un’esplicita dimostrazione da parte di quest’ultima di voler siglare un accordo per l’implementazione di Java all’interno del robottino verde, salvo poi giungere da Google una risposta negativa.

L’attacco di Oracle nei confronti del colosso delle ricerche in Rete ha dunque ora una connotazione ben precisa: si conosce il capo d’accusa, il modus operandi con cui Google avrebbe violato i brevetti ed è ora nota anche la cifra richiesta come indennizzo per aver utilizzato impropriamente una tecnologia la cui proprietà intellettuale spetta di diritto al gruppo guidato da Lawrence Ellison. La palla passa ora ai giudici, cui spetterà il compito di stabilire l’eventuale colpevolezza della società di Mountain View.

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