iPhone 4, nessuna condanna per Gizmodo

Il ritrovamento del prototipo di iPhone 4 nella primavera 2010 non procurerà più problemi legali a Gizmodo, le cui azioni non sono state ritenute illegali.
Il ritrovamento del prototipo di iPhone 4 nella primavera 2010 non procurerà più problemi legali a Gizmodo, le cui azioni non sono state ritenute illegali.

Sospiro di sollievo per Gizmodo: il celebre portale di news statunitense, accusato da Apple di aver pubblicato in anteprima immagini dell’iPhone 4 strettamente riservate, non sarà perseguita legalmente. Ad annunciarlo è il procuratore generale della contea di San Mateo, secondo cui non sussistono motivazioni valide per portare avanti una causa nei confronti di Gizmodo.

La vicenda affonda le proprie radici nel ritrovamento di un dispositivo rivelatosi poi un prototipo funzionante di iPhone 4 nel corso del mese di aprile 2010, ovvero circa 3 mesi prima dell’effettivo annuncio da parte di Steve Jobs nell’apposito keynote. Tale prototipo, ritrovato da Brian Hogan e Sage Wallower, sarebbe stato venduto successivamente a Gizmodo per più di 5 mila dollari. Venuta a conoscenza della vicenda, Apple ha provveduto immediatamente a denunciare il tutto alle autorità competenti, le quali hanno conseguentemente avviato indagini che hanno portato anche alla perquisizione dell’abitazione del giornalista di Gizmodo Jason Chen, accusato inoltre di furto di segreti industriali.

La diatriba legale è proseguita nel corso dei mesi, fino alla sentenza emessa nella giornata di ieri, secondo cui non esistono prove sufficienti per incolpare Gizmodo, il cui operato non può essere visto alla luce di un tentativo di frode finanziaria. Altrettanto non vale però per Hogan e Wallower, la cui posizione risulta ancora fortemente in bilico: il processo andrà infatti avanti, con accuse piuttosto forti nei confronti dei due ragazzi che, per puro caso, hanno ritrovato in un bar di Redwood City, in California, un dispositivo dall’aspetto piuttosto curioso che al suo interno conteneva una versione sperimentale di un modello di iPhone non ancora in commercio.

In favore di Hogan e Wallower potrebbe però esservi un fattore che, se verificato dalle autorità, sarebbe di assoluta importanza: secondo le prime dichiarazioni, infatti, i due ragazzi avrebbero provato inizialmente a mettersi in contatto con Apple in più occasioni per restituire il dispositivo, senza riuscire mai a far recapitare il proprio messaggio ai vertici di Cupertino.

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