Lavoro minorile: Apple lascia un fornitore cinese

Nel 2012, Apple ha approfondito i controlli contro lo sfruttamento dei minori nelle fabbriche partner: chiusi i rapporti con un fornitore cinese.
Nel 2012, Apple ha approfondito i controlli contro lo sfruttamento dei minori nelle fabbriche partner: chiusi i rapporti con un fornitore cinese.

Durante l’anno 2012 Apple ha intensificato i controlli sulle condizioni di lavoro offerte dai fornitori cinesi partner ai propri dipendenti e ha rilevato 74 casi unici di lavoratori al di sotto dell’età di 15 anni, la minima consentita per l’impiego in quel territorio. Riguardavano tutte un unico partner, la Guangdong Real Faith Pingzhou Electronics Co., e per tale motivo l’azienda di Cupertino ha deciso di cessare ogni rapporto con il fornitore.

È quanto si apprende con il Supplier Responsibility Report 2012 appena condiviso da Apple, che riporta in auge il tanto discusso argomento riguardante lo sfruttamento minorile all’interno delle catene di fornitura con sede in Cina. Tema che ha riguardato da vicino Apple negli scorsi mesi a causa dell’altro partner, Foxconn, accusato di impiegare minori per la produzione delle componenti necessarie a costruire iPhone e iPad.

L’azienda guidata da Tim Cook è stata la prima del settore tecnologico ad aderire alla Fair Labor Association (FLA) e sta approfondendo i controlli per assicurarsi che nessuno violi il codice di condotta interno. «Negli ultimi sette anni Apple ha pubblicato i propri resoconti dei controlli che effettuiamo nella nostra catena di rifornimento. Lo facciamo perché crediamo nel condividere le nostre scoperte onestamente, sia che esse siano positive che negative».

Il nuovo documento pubblicato dalla Mela si basa su 55 controlli specifici sull’ambiente di lavoro e su altri 40 riguardanti questioni di sicurezza: nel corso dell’anno 2012, Apple ha aumentato tali controlli del 75%, monitorando le condizioni di lavoro di circa 1,5 milioni di dipendenti che lavorano per i propri partner. 72 i casi di lavoro minorile trovati, la cui società fornitrice responsabile non avrà più alcun rapporto di collaborazione con Apple.

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